Il 23 aprile 2025, con La Repubblica, è stato pubblicato l’album “L’Atlante italiano del futuro“, un’opera che esplora il ruolo cruciale del Consiglio Nazionale delle Ricerche nella scienza e nella tecnologia italiane. Il professor Stefano Fabris, fisico teorico e direttore del Dipartimento di Scienze fisiche e tecnologie della materia, ha fornito un quadro dettagliato dell’importanza strategica del CNR nel panorama della ricerca pubblica italiana.
Il ruolo strategico del CNR
Il professor Fabris sottolinea come il CNR rappresenti una vera spina dorsale per la ricerca pubblica in Italia. La sua influenza si estende a vari ambiti, dalla partecipazione ai tavoli decisionali europei alla promozione di collaborazioni interne tra diversi dipartimenti. Tematiche come la sovranità tecnologica e lo sviluppo delle tecnologie quantistiche sono al centro dell’attività istituzionale del CNR. Inoltre, progetti legati all’intelligenza artificiale o alla fusione nucleare mostrano come il CNR non solo svolga funzioni tecniche ma anche politiche.
Fabris evidenzia che le decisioni riguardanti investimenti e localizzazione delle infrastrutture hanno impatti diretti sugli equilibri economici nazionali ed internazionali. In questo contesto, il CNR fornisce dati analitici fondamentali per orientare le scelte tecnologiche degli enti governativi. L’interazione con i Ministeri è costante; infatti, il lavoro svolto dal CNR garantisce continuità alle priorità strategiche nel lungo periodo.
Innovazione industriale: dal laboratorio alla produzione
Uno dei punti salienti dell’album riguarda l’importanza della transizione dall’innovazione scientifica alla produzione industriale. A tal proposito, Fabris menziona un progetto significativo a Catania: una camera pulita dedicata ai semiconduttori di potenza nell’ambito del Chips Act europeo. Questo progetto riceverà finanziamenti per un totale di 360 milioni di euro ed è visto come fondamentale per sviluppare competenze consolidate nel settore microelettronico.
La camera pulita non rappresenta ancora una fabbrica operativa ma funge da punto d’incontro tra laboratorio e industria; qui si sperimenta la trasformazione delle scoperte scientifiche in processi produttivi ripetibili. Attualmente l’Europa produce solo l’8% dei semiconduttori utilizzati a livello mondiale mentre ne consuma circa il 20%. Questa disparità rende evidente quanto sia necessario rafforzare le capacità produttive interne.
Supercalcolo: un settore chiave per la competitività
Un altro aspetto cruciale trattato nell’album è quello relativo al supercalcolo. L’Italia ha ottenuto risultati significativi grazie al supercomputer Leonardo installato presso il Tecnopolo di Bologna; questo sistema rientra nella strategia EuroHPC volta a dotare l’Europa di infrastrutture capaci di competere con quelle degli Stati Uniti e della Cina.
Leonardo fa parte di una rete più ampia che include altri supercalcolatori e sistemi avanzati progettati per ottimizzare i processi computazionali attraverso integrazioni tra calcolo classico e quantistico. Fabris sottolinea anche l’importanza dello sviluppo software ad alte prestazioni; ogni inefficienza nei cicli computazionali comporta perdite economiche significative.
Nuove architetture nella ricerca italiana
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha segnato una fase nuova nelle relazioni tra ricerca pubblica ed imprese private in Italia. Con oltre un miliardo destinato al CNR, si mira non solo a finanziare singoli progetti ma a costruire un sistema integrato che favorisca collaborazioni strutturate attraverso Centri nazionali ed Ecosistemi dell’innovazione.
Fabris mette in evidenza come questa nuova architettura possa contrastare derive irrazionalistiche presenti anche altrove nel mondo scientifico-politico contemporaneo; mentre negli Stati Uniti ci sono segnali preoccupanti sul valore attribuito alla scienza da parte dei leader politici attuali, in Europa esiste già una rete G6 dedicata all’eccellenza scientifica che promuove strumenti critici utili ad affrontare tali sfide.
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