Nuova scena: i finalisti della seconda stagione raccontano la loro esperienza e il futuro del rap

La seconda stagione di “Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia” ha visto Cuta vincere il titolo, mentre i finalisti Nox e CamilWay hanno presentato brani inediti, elevando il livello del rap italiano.
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Dal 31 marzo al 14 aprile, Netflix ha trasmesso gli episodi della seconda stagione di “Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia“, un programma dedicato alla scoperta di nuovi talenti nel panorama del rap italiano. In questa edizione, i concorrenti hanno affrontato prove sempre più impegnative sotto l’occhio attento dei giudici Geolier, Rose Villain e Fabri Fibra. Tre rapper sono arrivati alla finale: Cuta, Nox e CamilWay. Ognuno di loro ha presentato un brano inedito per cercare di conquistare il titolo e il premio in palio di 100.000 euro.

La crescita della competizione

La seconda stagione di “Nuova Scena” ha mostrato un notevole aumento del livello competitivo rispetto alla precedente edizione. I concorrenti non solo hanno dovuto dimostrare le loro abilità musicali ma anche adattarsi a sfide complesse che mettevano alla prova la loro creatività e capacità performativa. L’atmosfera si è fatta intensa con l’arrivo degli ospiti speciali che hanno arricchito le esibizioni con consigli preziosi e collaborazioni artistiche.

I tre finalisti si sono distinti non solo per il talento ma anche per la varietà dei loro stili musicali. CamilWay ha portato sul palco una fusione tra calabrese e italiano nel brano “Nuova vita“, realizzato insieme a Young Snap; Nox ha presentato “Zin Zin“, una traccia dal ritmo drill prodotta con Madfingerz; infine, Cuta ha colpito i giudici con “Sedicenne incinta“, prodotto da Junior K, guadagnandosi così la vittoria finale.

L’impatto dell’esperienza su CamilWay

CamilWay racconta come la sua partecipazione a “Nuova Scena” abbia influenzato profondamente la percezione del rap nella sua terra natale, la Calabria. Prima del programma, il genere era poco conosciuto nella regione; ora invece sente che c’è stata una vera apertura mentale da parte delle persone più anziane nei suoi confronti. Questo cambiamento lo riempie di orgoglio perché rappresenta non solo se stesso ma anche una cultura musicale spesso trascurata.

Il rapper sottolinea come sia stato naturale per lui esibirsi in dialetto calabrese durante le performance: crede fermamente nell’importanza delle proprie radici linguistiche nel suo lavoro artistico. Ha trovato modi per coinvolgere anche chi non comprende completamente il dialetto utilizzando frasi italiane strategiche nelle sue barre.

Il percorso artistico di Cuta

Cuta riflette sull’evoluzione personale avvenuta grazie all’esperienza televisiva: pur mantenendo fede al proprio stile musicale preesistente, afferma che partecipare a “Nuova Scena” gli ha insegnato molto riguardo alle dinamiche dell’industria musicale moderna. Ha imparato ad affinare il suo linguaggio artistico rendendolo più diretto senza perdere autenticità.

La vittoria è stata sorprendente considerando l’approccio iniziale da underdog; tuttavia ciò che conta è restare fedeli a se stessi piuttosto che conformarsi alle aspettative televisive o commerciali imposte dall’ambiente esterno.

Nox tra ansia da palcoscenico e fusioni musicali

Nox descrive come l’esperienza in “Nuova Scena” sia stata fondamentale per superare le proprie paure legate all’esibizione dal vivo dopo aver trascorso anni ad allenarsi davanti allo specchio nella sua Valle d’Aosta. La competizione lo ha messo davanti a sfide significative riguardanti l’ansia da palcoscenico; affrontarle lo ha aiutato sia psicologicamente sia artisticamente.

Inoltre parla della sua tendenza a mescolare diversi generi musicali nelle sue canzoni: questo approccio può essere visto come commerciale secondo alcuni critici ma lui sostiene fermamente che ogni artista porta emozioni genuine attraverso ciò che crea senza dover necessariamente aderire ai cliché tipici del settore musicale contemporaneo.

Nox desidera comunicare messaggi autentici attraverso le sue canzoni basati sulla propria vita reale piuttosto che adottare atteggiamenti fittizi o stereotipati legati al mondo gangsteristico spesso associati al rap tradizionale italiano.

Queste storie dei finalisti offrono uno spaccato interessante sul futuro del rap italiano, mostrando quanto possa essere potente ed evocativo quando viene utilizzata come forma d’arte capace di rappresentare culture diverse.

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