Bilaterale Usa-Italia: più spese militari e gas, meno diritti per i cittadini

Il vertice tra Stati Uniti e Italia ha deciso un aumento della spesa militare al 2% del Pil e una maggiore dipendenza dal gas americano, sollevando preoccupazioni economiche e sociali.
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Il recente vertice bilaterale tra Stati Uniti e Italia ha portato a importanti decisioni riguardanti la spesa militare e gli approvvigionamenti energetici. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, ha annunciato un aumento significativo delle spese per la difesa e una crescente dipendenza dal gas statunitense. Queste scelte sollevano interrogativi sulle conseguenze economiche e sociali per il paese.

Aumento della spesa militare italiana

Durante il vertice di Washington del 17 aprile 2025, Giorgia Meloni ha confermato l’impegno dell’Italia a raggiungere il 2% del Pil in spese militari entro giugno 2025. Questo incremento rappresenta un aumento di circa 11 miliardi di euro rispetto all’attuale livello di spesa pari all’1,5% del Pil. L’obiettivo finale potrebbe addirittura salire al 3% o oltre nei prossimi anni, come richiesto dal presidente Trump.

Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio di pressione da parte degli Stati Uniti verso i paesi alleati affinché aumentino le proprie capacità difensive. Tuttavia, l’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha messo in evidenza che tale incremento potrebbe comportare difficoltà nel rispettare le normative europee sul deficit pubblico. In particolare, se l’Italia decidesse di attivare la clausola ReArm Europe per scorporare le nuove spese dalla contabilizzazione nel deficit pubblico, ciò ritarderebbe il ritorno sotto il limite del 3%, previsto solo nel 2030.

Meloni ha ribadito che questo impegno è stato sottoscritto anche dai governi precedenti ed è parte della cooperazione con la NATO avviata già nel 2014. Le promesse fatte dall’attuale governo sembrano quindi proseguire su una linea già tracciata dai suoi predecessori.

Maggiore dipendenza energetica dagli Usa

Un altro punto cruciale emerso durante l’incontro riguarda gli approvvigionamenti energetici. Meloni ha dichiarato che l’Italia aumenterà significativamente le importazioni di gas naturale liquido dagli Stati Uniti. Negli ultimi anni, questa fonte energetica è diventata sempre più rilevante: dal solo 8,5% nel 2021 si è passati al 36% previsto per il prossimo anno.

Trump ha chiesto agli alleati europei acquisti complessivi in Gnl pari a circa $350 miliardi; Meloni sembra aver accolto questa richiesta senza riserve significative. Questo porta a riflettere sulla strategia italiana riguardo alla diversificazione delle fonti energetiche: dopo aver cercato di ridurre la dipendenza dal gas russo durante i conflitti recenti, ora ci si trova nella posizione opposta con un crescente legame commerciale con gli Stati Uniti.

La transizione verso energie rinnovabili sembra essere messa da parte mentre si continua ad investire nelle fonti fossili americane; questo contrasta con gli obiettivi ambientali dichiarati dall’Italia stessa negli ultimi anni.

La questione fiscale e i diritti dei lavoratori

Un altro aspetto discusso durante il vertice riguarda le politiche fiscali nei confronti delle grandi aziende tecnologiche statunitensi come Amazon e Google. Meloni si è impegnata a mantenere un ambiente favorevole agli investimenti americani evitando tasse sulle big tech che potrebbero essere introdotte dall’Unione Europea.

Questo impegno pone interrogativi sulla protezione dei diritti dei lavoratori italiani e sull’equità fiscale generale nel paese; infatti molte piccole imprese italiane potrebbero trovarsi svantaggiate rispetto ai colossi americani favoriti dalle politiche fiscali italiane ed europee attuate sotto pressione americana.

Inoltre c’è preoccupazione riguardo alla mancanza d’investimenti nelle aree socialmente critiche come sanità ed istruzione mentre vengono allocate ingenti risorse pubbliche verso settori legati alla difesa o alle tecnologie digitali dominate da pochi grandi gruppi economici stranieri.

Queste dinamiche pongono domande sul futuro dell’economia italiana e sui reali benefici che tali accordi porteranno ai cittadini italiani nella vita quotidiana.

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