Callisto, la seconda luna più grande di Giove, si distingue nel nostro sistema solare per la sua superficie altamente craterizzata. Con dimensioni simili a quelle di Mercurio, questa luna ha suscitato l’interesse degli scienziati non solo per le sue caratteristiche geologiche ma anche per le potenziali condizioni favorevoli alla vita. I dati raccolti dalla navicella spaziale Galileo della NASA negli anni ’90 hanno rivelato che sotto il suo strato superficiale potrebbe nascondersi un oceano salato.
Dimensioni e orbita di Callisto
Callisto è una delle lune più imponenti del sistema solare, con una circonferenza all’equatore che misura circa 15.144 chilometri. Si trova a circa 1.883.000 chilometri da Giove e compie un’orbita attorno al pianeta gigante in circa 17 giorni terrestri. Questa rotazione sincrona significa che Callisto mostra sempre la stessa faccia verso Giove, proprio come avviene con altre lune del sistema gioviano.
Il pianeta stesso orbita attorno al Sole a una distanza media di 778 milioni di chilometri e impiega circa 12 anni terrestri per completare un giro completo intorno alla nostra stella. Gli scienziati ritengono che Callisto si sia formata dal materiale residuo presente nel disco protoplanetario durante la nascita di Giove, contribuendo così alla sua composizione unica.
Struttura interna e oceano sotterraneo
La superficie ghiacciata di Callisto è caratterizzata da crateri variabili in forma e dimensione; alcuni presentano anelli multipli o forme a scodella distintive. Secondo i dati ottenuti dalla sonda Galileo, esiste la possibilità che sotto questa crosta ghiacciata ci sia un oceano salato situato a profondità stimabili intorno ai 250 chilometri dalla superficie.
Studi recenti suggeriscono che questo oceano potrebbe trovarsi ancora più in profondità rispetto alle precedenti valutazioni scientifiche. Se confermato, questo ambiente sotterraneo potrebbe interagire con le rocce sottostanti creando condizioni favorevoli alla vita microbica o addirittura forme più complesse.
La struttura interna della luna è composta da diversi strati alternati tra ghiaccio d’acqua e rocce miste a metallo, rendendola uno degli oggetti celesti più interessanti da esplorare nel contesto della ricerca astrobiologica.
Superficie craterizzata
La superficie rocciosa e ghiacciata di Callisto rappresenta il paesaggio più antico del nostro sistema solare ed è stata fortemente bombardata da comete ed asteroidi nel corso dei miliardi d’anni passati; gli scienziati stimano infatti che abbia circa quattro miliardi d’anni. La presenza visibile dei crateri indica una bassa attività geologica: non sono stati osservati vulcani attivi né movimenti tettonici significativi capaci di erodere i segni lasciati dagli impatti meteorici.
Inoltre, sulla superficie si possono notare punti bianchi luminosi interpretati dagli esperti come cime dei crateri ricoperte da uno strato sottile di ghiaccio d’acqua; ciò contribuisce ulteriormente all’unicità del paesaggio lunare.
Atmosfera ed eventuale vita
Nel corso delle missioni spaziali condotte negli anni ’90 dal veicolo Galileo sono state effettuate importanti scoperte riguardanti l’atmosfera estremamente tenue presente su Callisto: gli studiosi hanno identificato tracce significative di biossido di carbonio insieme ad ossigeno ed idrogeno nella sua esosfera.
Queste informazioni pongono Callisto tra i candidati ideali nella ricerca della vita extraterrestre all’interno del nostro sistema solare oltre il pianeta Terra stesso. Le evidenze suggeriscono infatti l’esistenza dell’oceano salino interrante capace potenzialmente d’interagire chimicamente con le rocce circostanti – fattori cruciali per lo sviluppo della vita come noi la conosciamo.
Scoperta storica
Callisto fu scoperta il 7 gennaio 1610 dall’astronomo italiano Galileo Galilei durante le sue osservazioni astronomiche insieme ad altre tre lune maggiormente note: Ganimede, Europa e Io. Il nome “Callisto” deriva dalla mitologia greca dove rappresenta una donna trasformata in orso dal dio Zeus , riflettendo così l’importanza culturale attribuita fin dai tempi antichi agli astronavi celesti.
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