Giorgia Meloni, dopo la sua recente visita alla Casa Bianca, si trova a dover affrontare nuove sfide nei rapporti con gli alleati. Un aspetto cruciale emerso dall’incontro con Donald Trump riguarda la web tax italiana, una misura che potrebbe subire modifiche significative. Questa tassa colpisce i ricavi delle aziende digitali operanti in Italia e rappresenta un tema caldo nel dibattito economico internazionale.
La questione della web tax italiana
La web tax italiana è stata introdotta nel 2018 dal governo Conte I ed è stata concepita per tassare le grandi aziende tecnologiche che generano ricavi in Italia attraverso pubblicità digitale e altri servizi online. Attualmente, l’aliquota è fissata al 3% sui ricavi anziché sugli utili, colpendo le multinazionali con fatturati globali superiori ai 750 milioni di euro. Questo provvedimento ha portato a un gettito annuo di circa 400 milioni di euro per l’erario italiano.
Tuttavia, durante la preparazione della legge di Bilancio per il 2025 lo scorso autunno, il Ministero dell’Economia aveva già tentato di rivedere questa norma sotto pressione degli Stati Uniti. Nonostante ciò, le divisioni all’interno della maggioranza hanno impedito qualsiasi modifica concreta. Ora la situazione si complica ulteriormente poiché Washington ha manifestato chiaramente l’intenzione di rivedere gli accordi fiscali esistenti riguardanti le tasse sui servizi digitali.
Le dichiarazioni dei leader e le implicazioni future
Nel comunicato ufficiale diffuso dalla Casa Bianca dopo l’incontro tra Meloni e Trump si sottolinea l’importanza di creare un ambiente fiscale non discriminatorio per favorire gli investimenti delle aziende tecnologiche statunitensi in Italia. Ciò implica che i progetti espansivi da parte di Microsoft e Amazon Web Services potrebbero dipendere dalla disponibilità del governo italiano a riconsiderare la propria posizione sulla web tax.
Trump ha già espresso posizioni dure contro i Paesi che adottano misure fiscali considerate discriminatorie nei confronti delle imprese americane. In passato ha minacciato ritorsioni significative contro tali nazioni; queste potrebbero includere aumenti delle aliquote fiscali applicate a cittadini e aziende italiane come risposta diretta alle politiche fiscali italiane attuali.
Il contesto internazionale della tassazione digitale
Il tema della tassazione digitale non è nuovo sul palcoscenico internazionale; infatti nel 2021 era stato raggiunto un accordo in sede Ocse riguardo alla tassazione delle multinazionali. Tuttavia questo accordo non è mai stato ratificato negli Stati Uniti a causa dell’assenza della maggioranza necessaria al Senato per approvare il trattato fiscale internazionale previsto.
Nel frattempo, scadenze importanti sono state superate senza progressi concreti: ad esempio, lo scorso anno scadeva un accordo temporaneo tra alcuni Paesi europei e Washington che garantiva una certa protezione dalle ritorsioni statunitensi sulle tasse digitali locali. Con tale accordo ora nullo, il Rappresentante commerciale americano sta riaprendo indagini sulle Digital Service Tax adottate dai vari Paesi europei.
Le reazioni politiche interne ed esterne
In questo scenario complesso anche all’interno del governo italiano ci sono voci discordanti riguardo alla gestione della web tax. Alcuni membri dell’esecutivo hanno suggerito modifiche mirate affinché anche piccole imprese possano essere incluse nella normativa fiscale vigente così da evitare accuse di discriminazione verso le multinazionali statunitensi.
D’altro canto Forza Italia continua a spingere affinché venga mantenuta una pressione fiscale più alta sulle grandi piattaforme digitalizzate mentre altri esponenti politici invitano ad affrontare questa tematica su scala europea piuttosto che unilateralmente da parte dell’Italia stessa.
Con Giorgia Meloni pronta ad affrontare nuovi colloqui con funzionari americani nelle prossime settimane durante incontri internazionali come quelli del G20 a Washington, sarà fondamentale monitorare come evolverà questa delicata questione economica tra Roma e Washington negli sviluppi futuri.
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