“In viaggio con mio figlio”, in uscita il 24 aprile per Bim, è un film che affronta con sensibilità il tema del disturbo dello spettro autistico attraverso la storia di tre generazioni maschili. Diretto da Tony Goldwin, il film si propone come un family drama ricco di emozioni e senza cadere nella retorica.
La trama del film
La narrazione ruota attorno a Max, interpretato da Bobby Cannavale, un padre separato che deve gestire la vita quotidiana insieme al suo giovane figlio Ezra. Quest’ultimo, interpretato da William A. Fitzgerald, è affetto da autismo e ha undici anni. Dopo la separazione dalla moglie Jenna , Max vive con suo padre Stan , ex cuoco energico e sostenitore della sua carriera come stand-up comedian. Per dedicarsi completamente a Ezra, Max ha abbandonato il suo lavoro precedente ed è riuscito a trovare una nuova vocazione grazie anche all’aiuto della sua agente .
La situazione familiare si complica quando Ezra viene espulso dalla scuola. Mentre Jenna considera l’opzione di mandarlo in una struttura specializzata dove possa ricevere assistenza adeguata per la sua condizione, Max non è d’accordo: crede fermamente che Ezra debba crescere in un ambiente normale e integrato nella società.
Le tensioni tra i genitori aumentano fino a culminare in un evento drammatico: dopo essere scappato di casa una sera, Ezra viene investito da un’auto. Questo incidente spinge Max ad affrontare le sue paure riguardo all’istituto proposto dalla madre del ragazzo; egli teme infatti che l’inserimento in una clinica comporti l’uso di farmaci pesanti per gestire il comportamento del figlio.
Un viaggio verso la comprensione reciproca
Deciso a non lasciare che Ezra venga portato via dal suo contesto familiare abituale, Max intraprende una fuga insieme al bambino. Questo viaggio diventa così non solo fisico ma anche emotivo: padre e figlio iniziano a costruire un legame più profondo mentre affrontano diverse sfide lungo il cammino.
Stan gioca anch’esso un ruolo cruciale nel supporto alla loro avventura; osservando l’impegno di suo figlio nei confronti del nipote disabile, riconsidera le proprie esperienze passate come genitore e riflette su quanto sia importante essere presenti nelle vite dei propri cari.
Il road movie offre momenti toccanti ma anche situazioni comiche tipiche delle dinamiche familiari complicate; ogni tappa del loro viaggio rappresenta non solo una distanza percorsa ma anche uno step verso la comprensione reciproca tra padre e figlio.
Tematiche centrali ed elementi distintivi
“In viaggio con mio figlio” si distingue per l’approccio sincero alle tematiche dell’autismo senza cadere nel sentimentalismo forzato o nella banalizzazione dei problemi reali delle famiglie coinvolte. Il film riesce ad equilibrare momenti drammatici con attimi di leggerezza tipici della commedia familiare moderna.
La sceneggiatura mette in luce le difficoltà quotidiane vissute dalle famiglie con bambini autistici mentre celebra i legami indissolubili tra genitori e figli. I personaggi sono ben delineati: ognuno porta avanti le proprie lotte personali pur mantenendo intatta la volontà di proteggere i propri cari.
Con “In viaggio con mio figlio”, Tony Goldwin offre uno sguardo autentico sulle relazioni familiari contemporanee attraverso gli occhi di chi vive ogni giorno queste sfide straordinarie.
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