Autori protestano a Londra contro Meta per sfruttamento non autorizzato delle loro opere

Autori protestano a Londra contro Meta per l’uso non autorizzato delle loro opere nell’addestramento di modelli di intelligenza artificiale, chiedendo un intervento del governo britannico.
Autori protestano a Londra contro Meta per sfruttamento non autorizzato delle loro opere - Socialmedialife.it

Un centinaio di autori si è riunito ieri davanti alla sede londinese di Meta per denunciare l’uso non autorizzato delle loro opere, utilizzate per addestrare i modelli di intelligenza artificiale dell’azienda. Gli scrittori hanno accusato Meta di violare il diritto d’autore e hanno chiesto un intervento del governo britannico, ritenuto inerte di fronte a una situazione che minaccia la creatività e il lavoro degli autori.

La manifestazione contro lo sfruttamento delle opere

La mobilitazione ha avuto luogo in risposta alle recenti rivelazioni riguardanti l’utilizzo da parte di Meta della biblioteca online “LibGen” . Questo database contiene circa 81 milioni di articoli scientifici e oltre 7,5 milioni di libri, molti dei quali protetti da copyright. Secondo documenti legali emersi negli Stati Uniti, Mark Zuckerberg avrebbe approvato internamente questa pratica controversa, consentendo ai modelli algoritmici dell’azienda di appropriarsi del lavoro degli autori senza alcun consenso.

Durante la manifestazione, gli autori hanno esposto le proprie preoccupazioni riguardo all’impatto negativo che tali pratiche possono avere sulla loro professione. AJ West, uno degli organizzatori e autore del libro “The Spirit Engineer“, ha scoperto che la sua opera era presente nel database LibGen. Ha espresso indignazione per il fatto che il suo lavoro fosse utilizzato senza permesso: “Che il mio lavoro sia usato per far guadagnare ancora più denaro ai miliardari della tecnologia è disgustoso,” ha dichiarato.

Le richieste degli autori al governo britannico

Gli scrittori presenti alla protesta hanno chiesto un intervento diretto da parte del governo britannico nei confronti della situazione con Meta. Anna Ganley, direttrice generale della Society of Authors , ha sottolineato l’importanza della questione e ha inviato una lettera aperta a Lisa Nandy, segretaria di Stato britannica per Cultura, Media e Sport. Nella lettera si richiede la convocazione dei dirigenti dell’azienda in Parlamento; finora questa iniziativa ha raccolto quasi 14.000 firme.

Ganley ha evidenziato come lo sfruttamento delle opere creative senza consenso rappresenti una violazione grave dei diritti d’autore. La SOA aveva già inviato nell’agosto 2024 una comunicazione a oltre settanta aziende tecnologiche riguardo all’uso improprio delle opere dei suoi membri; tuttavia non c’è stata alcuna risposta concreta da parte di Meta fino ad oggi.

Reazioni ufficiali da parte di Meta

Meta si è difesa dalle accuse affermando che rispetta i diritti d’autore e sostiene che l’utilizzo delle informazioni per addestrare i propri modelli IA sia conforme alle normative vigenti. Questa posizione non sembra però placare le preoccupazioni degli autori coinvolti nella protesta.

Il malcontento tra gli scrittori cresce mentre continuano a emergere notizie sulle modalità con cui le grandi aziende tecnologiche gestiscono i contenuti creativi prodotti dagli individui. La mancanza di dialogo tra gli autori e le piattaforme digitali pone interrogativi sul futuro della proprietà intellettuale nell’era digitale.

Con questo clima teso tra creativi ed enti tecnologici come Meta, resta da vedere quali sviluppi seguiranno questa mobilitazione pubblica e se porterà effettivamente a un cambiamento nelle politiche aziendali riguardo all’utilizzo delle opere protette dal diritto d’autore.

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