Nel gennaio 2025, la musica generata da intelligenza artificiale ha iniziato a guadagnare terreno, rappresentando circa il 10% dei caricamenti sulla piattaforma di streaming musicale Deezer. In risposta a questo fenomeno in espansione, l’azienda ha introdotto uno strumento per identificare e etichettare i contenuti creati tramite AI. Tuttavia, questa misura sembra essere un tentativo temporaneo in attesa di una definizione chiara riguardo alla legittimità di tali opere.
La politica di distribuzione musicale di Deezer
Deezer ha adottato una politica che consente agli artisti indipendenti di pubblicare la propria musica senza dover passare attraverso contratti con le case discografiche tradizionali. Questa apertura ha facilitato l’accesso alla pubblicazione musicale per molti artisti emergenti. Tuttavia, ha anche aperto la porta a un’invasione di brani non creati da musicisti umani ma generati da algoritmi e software avanzati.
La crescita esponenziale della musica AI è evidente: secondo le ultime stime, ogni giorno vengono caricate su Deezer circa 20.000 tracce interamente create tramite intelligenza artificiale. Questo volume rappresenta oltre il 18% del totale dei caricamenti giornalieri sulla piattaforma. Un cambiamento così significativo nel panorama musicale digitale solleva interrogativi sulle implicazioni artistiche e legali dell’uso dell’intelligenza artificiale nella creazione musicale.
Il dibattito sull’uso del materiale esistente
Il tema della legalità nell’utilizzo delle opere esistenti per addestrare i sistemi AI è al centro del dibattito attuale nel settore musicale. Le aziende che sviluppano tecnologie basate su intelligenza artificiale sostengono che l’impiego del materiale preesistente rientri nel concetto di “fair use”. D’altro canto, molti autori ed artisti si oppongono fermamente a questa pratica, lamentando violazioni dei diritti d’autore e preoccupandosi dell’“addestramento non autorizzato” delle loro opere.
Nel corso del 2024 si sono registrate azioni legali significative contro startup come Suno e Udio, specializzate nella creazione automatizzata di musica tramite AI. Queste aziende sono state citate in giudizio da diverse etichette discografiche per presunta violazione delle normative sul diritto d’autore. Nonostante queste controversie legali siano emerse con forza negli ultimi anni, ad oggi non esiste ancora un quadro normativo definitivo che regoli l’intersezione tra tecnologia AI e industria musicale.
L’approccio delle piattaforme concorrenti
Deezer non è sola nell’affrontare questa sfida; anche Spotify sta gestendo situazioni simili relative ai contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Gli abbonati hanno segnalato casi in cui tracce create artificialmente sono state caricate con l’obiettivo apparente di manipolare le playlist più popolari della settimana.
In risposta alle segnalazioni degli utenti e degli artisti stessi, Spotify ha rimosso alcune tracce considerate “copia”. Nonostante ciò, la piattaforma sembra mantenere una posizione ambivalente nei confronti dell’hosting della musica generata da AI; mentre alcuni brani vengono eliminati quando segnalati come problematici o fraudolenti, altri continuano ad essere disponibili senza restrizioni particolari.
Questa situazione evidenzia una crescente tensione tra innovazione tecnologica ed esigenze artistiche tradizionali all’interno dell’industria musicale contemporanea; un equilibrio difficile da raggiungere mentre il panorama continua a evolversi rapidamente sotto la spinta delle nuove tecnologie.
Articolo di