The Greasy Strangler, uscito nel 2016, ha suscitato reazioni contrastanti tra il pubblico e la critica. Questo film non è un horror tradizionale, ma piuttosto un’opera che mescola elementi di umorismo surreale con immagini volutamente ripugnanti. Con una messa in scena kitsch che ricorda i peggiori incubi degli anni ’80, il film ha conquistato un seguito di fan devoti.
Un debutto scioccante
Sin dal suo esordio, The Greasy Strangler ha diviso gli spettatori. Definito da alcuni “immondizia insostenibile”, per altri rappresenta una provocazione brillante sul cattivo gusto. Diretto da Jim Hosking e prodotto dall’attore Elijah Wood, noto per la sua passione per il cinema underground, questo titolo si è rapidamente trasformato in un cult movie.
La trama ruota attorno a Big Ronnie e suo figlio Big Brayden, due personaggi squallidi che vivono insieme e gestiscono tour turistici ispirati alla disco music. La loro vita quotidiana prende una piega drammatica quando entrambi si innamorano della stessa donna. Tuttavia, il vero colpo di scena avviene quando Ronnie si trasforma durante la notte nel misterioso “Strangolatore Untuoso“, un maniaco omicida coperto di grasso.
Un’esperienza estrema
The Greasy Strangler non è concepito per piacere a tutti; al contrario, mira a mettere alla prova la resistenza dello spettatore attraverso dialoghi ripetitivi e scene disturbanti. Il grasso abbonda in ogni aspetto del film: dai piatti serviti ai corpi dei protagonisti. Le nudità scomode sono accompagnate da effetti sonori molesti che rendono l’esperienza visiva ancora più intensa.
Nonostante l’apparente caos narrativo e visivo del film ci sia una certa coerenza tematica. In effetti, The Greasy Strangler funge da satira iperbolica del cinema indipendente contemporaneo; sfida le convenzioni sia formali che contenutistiche utilizzando l’abiezione come linguaggio espressivo principale.
Una satira sul cattivo gusto
Sotto lo strato superficiale di volgarità ed eccentricità emerge anche una riflessione sulle relazioni tossiche presentate attraverso una lente grottesca. Il film riesce a nascondere momenti teneri all’interno della sua narrazione assurda; questo approccio ricorda le opere del regista Harmony Korine nei suoi lavori più sperimentali.
Per coloro che amano i cosiddetti “film così brutti da essere geniali“, The Greasy Strangler rappresenta quasi un rito d’iniziazione cinematografica. È un viaggio lisergico dove il disgusto viene elevato a forma d’arte mentre il cattivo gusto diventa dichiarazione d’intenti artistici ben precisi.
In sintesi, sebbene non sia adatto a tutti i gusti cinematografici, questo titolo merita attenzione per la sua audacia creativa e la capacità di spingere oltre i limiti dell’accettabile nel panorama cinematografico contemporaneo.
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