Cresce il numero di ricorsi per i bonus ai docenti: la situazione a Venezia

A Venezia, migliaia di insegnanti presentano ricorsi per il riconoscimento dei bonus e il blocco dell’anzianità, nonostante sentenze favorevoli. La situazione richiede interventi urgenti da parte delle autorità competenti.
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A Venezia, la sezione del Lavoro del tribunale è sommersa da un elevato numero di ricorsi presentati da insegnanti riguardanti vari aspetti della loro carriera. Tra le questioni più rilevanti ci sono i bonus per l’aggiornamento professionale e il blocco dell’anzianità risalente al 2013. Nonostante alcune sentenze già favorevoli agli insegnanti, molti continuano a lottare per ottenere quanto spetta loro. La situazione si complica ulteriormente con l’arrivo di nuovi contenziosi che potrebbero coinvolgere anche il Tar del Veneto.

I bonus per gli insegnanti e le sentenze favorevoli

Il bonus di 500 euro all’anno, introdotto dal governo Renzi, è stato pensato come un sostegno economico per gli insegnanti da utilizzare in attività formative e acquisti legati alla didattica. Inizialmente riservato solo ai docenti di ruolo, è stato successivamente esteso anche ai precari con contratti fino al 31 agosto. Tuttavia, nonostante le numerose sentenze che hanno dato ragione agli insegnanti precari che hanno presentato ricorso presso il tribunale veneziano, molti non hanno ancora ricevuto quanto dovuto.

Alberto Checchetto, avvocato della Gilda degli Insegnanti di Venezia, ha gestito personalmente circa un centinaio di questi casi. Secondo lui, ogni docente ha una posizione unica in base agli anni lavorativi e alle modalità attraverso cui ha maturato il diritto al bonus. Le somme accumulate possono arrivare a cifre significative tra i 2-3mila euro nel caso dei docenti con più anni alle spalle.

Le difficoltà nell’erogazione dei fondi

Nonostante le decisioni positive emesse dai giudici veneziani a favore degli insegnanti precari riguardo al riconoscimento del bonus annuale, il ministero dell’Istruzione non ha ancora provveduto all’erogazione delle somme spettanti. Queste cifre non vengono versate direttamente in denaro ma accreditate su una piattaforma dedicata dove i beneficiari possono utilizzarle per corsi d’aggiornamento o acquisti utili alla propria professione.

L’avvocato Checchetto sottolinea come questa situazione stia creando frustrazione tra gli educatori che si vedono negati diritti già riconosciuti dalla giustizia italiana. Per questo motivo si sta valutando la possibilità di avanzare un giudizio di ottemperanza davanti al Tar del Veneto affinché vengano rese esecutive le sentenze già emesse.

Un fenomeno che coinvolge migliaia di docenti

La questione dei ricorsi riguarda migliaia d’insegnanti nella sola città lagunare; infatti tutti coloro che avevano diritto ai benefici previsti dalla legge hanno deciso di agire legalmente dopo aver visto esiti positivi nelle prime cause intentate dai colleghi. Questo fenomeno evidenzia una crescente mobilitazione tra i docenti precari nel cercare giustizia rispetto a diritti negati o ignorati dalle istituzioni competenti.

Le azioni legali intraprese stanno contribuendo ad aumentare la consapevolezza sui diritti degli insegnanti e sulle problematiche legate alla loro condizione lavorativa nel sistema scolastico italiano attuale. Con l’aumento dei contenziosi aperti nei tribunali italiani riguardante simili questioni lavorative nel settore educativo, è chiaro che ci sarà bisogno d’interventi decisivi da parte delle autorità competenti affinché venga ripristinata una corretta gestione delle risorse destinate all’istruzione.

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