Il recente Annual Report 2024 dell’Osservatorio Vaticano offre uno sguardo approfondito sulle attività di ricerca e sui progetti scientifici realizzati nel corso dell’anno. Questo documento, ricco di informazioni, evidenzia il contributo significativo degli studiosi associati all’osservatorio e le collaborazioni con enti internazionali.
Focus sull’articolo di copertura: “Touching the Sky”
Ogni anno, l’Annual Report presenta un articolo di copertura che mette in luce un aspetto particolare del lavoro svolto dall’Osservatorio. Quest’anno, il titolo scelto è «Touching the Sky», dedicato al contributo del fratello Bob Macke, S.I., nella missione NASA che ha portato a casa un campione dall’asteroide Bennu. Questa impresa rappresenta una delle tante attività in cui sono coinvolti i membri dell’Osservatorio Vaticano e sottolinea l’importanza della collaborazione tra scienza e fede.
La missione Bennu ha avuto come obiettivo la raccolta di campioni da un asteroide ritenuto fondamentale per comprendere la formazione del sistema solare. Il lavoro svolto da Macke non solo ha contribuito alla riuscita della missione ma ha anche messo in evidenza come la ricerca scientifica possa essere influenzata dalla spiritualità e dalla riflessione etica.
Attività dei ricercatori: telescopi storici e astronomia contemporanea
Nel rapporto si trovano dettagli sulle varie attività condotte dai membri dell’Osservatorio. Claudio Costa si occupa dei telescopi storici situati a Castel Gandolfo, tra cui il «Carte du Ciel», considerato il più antico strumento dell’osservatorio. In collaborazione con i Musei Vaticani, questi strumenti vengono utilizzati per visite guidate ed osservazioni pubbliche dei corpi celesti. Grazie all’impegno di Costa, il telescopio è attualmente operativo ed accessibile al pubblico; egli stesso ha condotto sessioni osservative formando giovani astronomi per garantire continuità alle attività didattiche.
Aldo Altamore si dedica invece allo studio della storia dell’astronomia romana dal XIX secolo ad oggi. Il suo articolo «Planetary and Cometary Astronomy at the Collegio Romano», scritto insieme a F. Poppi, è stato pubblicato nel libro “Italian Contributions to Planetary Astronomy“, evidenziando così l’importanza storica delle ricerche italiane nell’ambito astronomico.
Don Giuseppe Tanzella-Nitti promuove dialoghi interdisciplinari tra scienza, filosofia e teologia presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Le sue pubblicazioni recenti trattano temi attuali riguardanti le intersezioni fra fede e scienza, dimostrando come queste due aree possano coesistere proficuamente nella ricerca contemporanea.
Collaborazioni internazionali: osservazione stellare avanzata
Un altro aspetto rilevante emerso dal rapporto riguarda le collaborazioni internazionali tra i ricercatori dell’Osservatorio Vaticano. Padre Richard Boyle S.I., insieme al collega padre Robert Janusz S.I., utilizza il Telescopio vaticano a tecnologia avanzata situato sul Monte Graham in Arizona per studiare gli ammassi stellari mentre Janusz analizza i dati ottenuti grazie alle sue competenze informatiche presso Castel Gandolfo.
Questa sinergia permette ai due scienziati di combinare le osservazioni del VATT con quelle provenienti dal telescopio spaziale Gaia dell’Agenzia spaziale europea; tale approccio consente loro di ottenere dati significativi sull’età e sull’evoluzione degli ammassi stellari studiati.
Inoltre hanno recentemente pubblicato uno studio su sistemi binari molto massicci intitolato «Spin-orbit Alignment in Very Low Mass Tight Binaries». Questo tipo di ricerche non solo arricchisce la conoscenza astronomica ma contribuisce anche alla formazione accademica degli studenti coinvolti nei progetti pratici legati all’osservazione celeste.
Un annual report visivamente accattivante
L’Annual Report 2024 non è soltanto una fonte preziosa d’informazione scientifica ma anche un documento piacevole da sfogliare grazie alla qualità grafica curata da Antonio Corelli ed arricchito da fotografie spettacolari realizzate dai membri dello staff stesso. La presenza d’immagini evocative rende questo rapporto accessibile anche ai lettori meno esperti nel campo scientifico.
Il curatore Christopher Graney ha saputo assemblare contenuti variabili rendendo omaggio agli sforzi collettivi compiuti dall’intero team durante l’anno passato; ciò rende evidente quanto sia vitale continuare ad investire nella divulgazione scientifica attraverso canali visivi oltre che testuali.
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