Luca Zingaretti debutta alla regia con “La casa degli sguardi”: una storia di rinascita

Luca Zingaretti debutta come regista con “La casa degli sguardi”, un film ispirato al romanzo di Daniele Mencarelli, che esplora la lotta contro la dipendenza e il dolore.
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Luca Zingaretti, noto per il suo ruolo iconico nel commissario Montalbano, fa il suo esordio come regista con “La casa degli sguardi“. Questo film affronta la complessa vicenda di un giovane la cui vita è segnata dalla dipendenza dall’alcol. La pellicola si basa sul libro di Daniele Mencarelli e racconta una storia profonda di sofferenza e speranza.

La scelta della storia

Zingaretti ha rivelato che da tempo desiderava dirigere un film, ma non riusciva a trovare l’idea giusta. L’ispirazione è arrivata leggendo il romanzo di Mencarelli, che lo ha colpito profondamente. Il tema centrale del racconto è la capacità umana di rialzarsi dopo aver subito gravi colpi dalla vita. Il protagonista vive in uno stato di vulnerabilità, cercando rifugio dal dolore e scoprendo infine una luce in fondo al tunnel.

L’attore ha condiviso le sue esperienze personali legate al dolore e alla perdita. Ha ricordato l’ultimo grande lutto avvenuto quattro anni fa, quando ha perso entrambi i genitori in breve tempo. Zingaretti ha sottolineato come nessuno sia mai veramente pronto ad affrontare simili eventi e come sia fondamentale accettare il dolore per poter andare avanti.

La scelta del protagonista

Nella selezione dell’attore principale per interpretare il ruolo del giovane protagonista, Gianmarco Franchini, Zingaretti non ha avuto dubbi dopo averlo visto al provino. Nonostante avesse programmato audizioni con altri attori nei giorni successivi, dopo la performance di Franchini ha deciso immediatamente che era lui quello giusto per il film. Questa decisione è stata così forte da suscitare anche qualche rimprovero da parte del produttore Barbagallo.

Franchini porta sullo schermo uno sguardo puro e innocente che rispecchia perfettamente le sfide emotive del personaggio. Per Zingaretti era essenziale trovare un attore capace di esprimere vulnerabilità senza paura.

Il ruolo simbolico nel film

Zingaretti interpreta anche un ruolo all’interno della pellicola: quello del padre tranviere del protagonista. Questo mestiere assume un significato simbolico profondo; rappresenta una figura paterna presente ma consapevole dei propri limiti nel gestire i problemi emotivi del figlio. Attraverso questo personaggio comunica messaggi importanti sulla disponibilità a supportarlo nei momenti difficili.

Il regista ricorda anche frasi significative pronunciate dal padre nella sua vita personale; tra queste spicca “Oh, mi raccomando sempre in bocca al lupo”, una sorta di monito affettuoso a godersi la vita pur restando vigili sulle proprie scelte.

Lavoro in famiglia e progetti futuri

Zingaretti parla anche della sua collaborazione con Luisa Ranieri, attrice ed ora coautrice insieme a lui su vari progetti cinematografici e televisivi negli ultimi sette anni. Hanno deciso insieme di scrivere storie invece d’aspettarle passivamente dai copioni esterni; fino ad oggi hanno realizzato cinque progetti tra cui “Il Re” e “Food Wizards”.

Riguardo ai suoi lavori precedenti come Montalbano, Zingaretti confida che quel personaggio gli manca molto: considera Montalbano quasi come un amico perduto delle sue visite annuali in Sicilia; tuttavia riconosce che quella stagione della sua carriera è ormai conclusa ma sarebbe pronto a riviverla se potesse tornate indietro nel tempo.

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