Due cittadini cinesi, Dayong Zhang e Xiaoqing Gong, sono stati assassinati a Roma in un agguato avvenuto nella zona del Pigneto. L’episodio, che ha scosso la comunità locale e riacceso i riflettori sulla criminalità organizzata cinese in Italia, si inserisce in un contesto di crescente violenza legata alla competizione nel settore della moda. Zhang era noto per il suo ruolo all’interno di un’organizzazione mafiosa che opera principalmente nel distretto pratese.
Il duplice omicidio
L’agguato è avvenuto intorno alle 23 di lunedì sera mentre le vittime stavano tornando a casa su una bicicletta elettrica. Un uomo armato di pistola calibro 9 li ha attesi davanti alla loro abitazione e ha aperto il fuoco, colpendo entrambi alla testa. Le indagini sono già partite per identificare l’assassino e ricostruire la dinamica dell’accaduto. Questo evento si colloca all’interno di una serie di episodi violenti che hanno caratterizzato la comunità cinese negli ultimi mesi.
Dayong Zhang, soprannominato Asheng, aveva 53 anni ed era considerato uno dei principali collaboratori del boss Naizhong Zhang, leader storico dell’organizzazione criminale cinese attiva in Italia. La sua compagna Xiaoqing Gong aveva 38 anni ed era anch’essa coinvolta nelle attività commerciali della coppia.
La guerra delle grucce
Il contesto del duplice omicidio è segnato da una faida interna tra gruppi rivali all’interno della comunità cinese dedicata al settore della moda e della logistica a Prato. Questa “guerra delle grucce” riguarda il controllo su un mercato estremamente redditizio che genera oltre 100 milioni di euro l’anno. Negli ultimi mesi si sono verificati numerosi attentati e aggressioni mirate contro imprenditori cinesi rivali.
Zhang gestiva attività commerciali nella capitale italiana ma non era estraneo ai traffici illegali; secondo le indagini passate condotte dalla procura antimafia toscana, egli dirigeva anche bische clandestine e operava nel recupero crediti per conto dell’organizzazione mafiosa guidata da Naizhong Zhang.
Il profilo del boss Naizhong Zhang
Naizhong Zhang è arrivato in Italia dalla provincia dello Zhejiang con ambizioni imprenditoriali modeste ma è riuscito ad espandere enormemente il suo impero commerciale grazie a pratiche spesso illegali. Sotto la sua guida l’organizzazione ha ottenuto il controllo totale sul traffico merci su strada in Europa ed è stata responsabile anche dell’imposizione della pace dopo conflitti sanguinosi tra bande rivali nel passato recente.
Oggi però la situazione sembra essere cambiata: nuovi gruppi emergenti stanno sfidando l’autorità consolidata dei clan storici come quello guidato da Naizhong Zhang. Questo clima teso sta portando ad escalation sempre più violente con ripercussioni non solo locali ma anche internazionali.
Attentati recenti collegati al crimine organizzato
Negli ultimi mesi ci sono stati diversi eventi inquietanti collegabili ai conflitti tra bande cinesi operanti nella logistica europea. Tra questi spiccano gli attentati dinamitardi avvenuti lo scorso febbraio contro aziende legate al figlio del boss Di Zhang; tre ordigni esplosivi furono detonati tramite telecomando presso ditte situate nei comuni toscani Seano, Prato e Campi Bisenzio.
Questi attacchi sembrano indicare un aumento significativo delle tensioni interne alla comunità cinese imprenditoriale italiana con conseguenze dirette sulla sicurezza pubblica nelle aree interessate dalle attività mafiose.
Il procuratore capo Luca Tescaroli ha recentemente sottolineato l’urgenza di istituire una procura antimafia specifica per affrontare questa nuova ondata criminale che minaccia non solo gli affari legittimi ma anche la tranquillità sociale nelle città italiane coinvolte.