Modena: “Invivavoce” porta in scena le ansie dei giovani al teatro Storchi

“Il progetto ‘Invivavoce’ della Gazzetta di Modena ha coinvolto duemila spettatori in un evento al teatro Storchi, affrontando le fragilità giovanili attraverso performance artistiche e riflessioni condivise.”
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Invivavoce”, il progetto ideato dalla Gazzetta di Modena con la collaborazione del Csi e il patrocinio del Comune, ha avuto luogo al teatro Storchi, coinvolgendo quasi duemila spettatori in una giornata dedicata all’ascolto e alla comprensione delle fragilità giovanili. Questo evento ha rappresentato un momento di riflessione profonda sulle emozioni che caratterizzano la vita dei giovani oggi.

Un evento che coinvolge le scuole

Il teatro Storchi ha ospitato due repliche mattutine per oltre mille studenti e una replica serale aperta a un pubblico più ampio. L’evento è stato caratterizzato da un’atmosfera di empatia e solidarietà, dove i partecipanti hanno potuto confrontarsi con le difficoltà emotive della loro generazione. Il piccolo specchio quadrato, simbolo dell’invisibilità delle ansie giovanili, è diventato il fulcro attorno al quale si sono sviluppate performance artistiche toccanti.

La seconda edizione di “Invivavoce: Echi d’ansia del nostro tempo” si è proposta di dare voce a ciò che spesso rimane nascosto ma che pesa enormemente sui giovani. Attraverso danze, canti e recitazioni, gli artisti hanno messo in luce l’ansia come esperienza condivisa tra i ragazzi. La potenza scenica delle esibizioni ha catturato l’attenzione degli spettatori, creando un legame emotivo forte tra palco e platea.

Le performance sul palco

L’apertura dell’evento è stata affidata alla scuola di danza Backstage di Formigine. A seguire, Irene Pignatti ha eseguito “Ho paura di morire”, portando il pubblico a una riflessione profonda sulla vulnerabilità umana. La scuola d’arte Talentho ha presentato performance vivide sul disagio giovanile mentre Equilibra ha invitato gli spettatori a vivere l’equilibrio instabile delle emozioni attraverso la danza.

Il duo Opposite insieme alla scuola LaCapriola hanno esplorato la vulnerabilità attraverso movimenti coreografici evocativi; Cecilia Preste ha interpretato “Un giorno dopo l’altro” con toni delicati ispirati a Tenco; infine le scuole Tersicore e Ars Movendi hanno animato il palco con corpi espressivi capaci di comunicare senza parole.

Anche il pubblico stesso è diventato parte integrante dello spettacolo: sguardi attenti si incrociavano tra generazioni diverse mentre i presenti vivevano momenti intensi fatti di silenzio carichi d’emozione. Gli studenti osservavano attentamente mentre insegnanti e genitori cercavano nuovi modi per comprendere le esperienze dei più giovani.

Riflessioni sul tema dell’ansia

La dottoressa Francesca Scalise è intervenuta durante lo spettacolo per approfondire ulteriormente i temi trattati dalle performance artistiche. Insieme ad altri otto ragazzi modenesi – Jacopo, Laura, Sabrina, Esmeralda, Lea, Francesco, Gerardo ed Alessia – hanno guidato gli spettatori attraverso una narrazione collettiva ricca ed evocativa.

Le canzoni “Ti vorrei sollevare” cantata da Giorgia Amati e “La cosa più bella del mondo” interpretata da Massimo Pasqualin sono state momenti chiave della serata; entrambe richiamano l’importanza della bellezza anche nei momenti difficili condivisi fra individui diversi.

Dare voce ai propri sentimenti significa anche creare spazi sicuri dove ognuno può raccontarsi senza timori o giudizi esterni; questo approccio permette non solo l’espressione ma anche una forma autentica d’ascolto reciproco tra generazioni diverse.

Invivavoce” non si limita quindi a rappresentare disagi ma li accoglie trasformandoli in arte viva capace di illuminare angoli bui della vita quotidiana dei giovani modenesi.