Ultimo spettacolo della stagione teatrale a Fasano: “Maledetta primavera” esplora il mito di Proserpina

Il teatro Sociale di Fasano presenta “Maledetta primavera”, un’opera che rielabora il mito di Proserpina attraverso la voce di Cerere, esplorando temi di perdita e resilienza.
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Mercoledì 23 aprile, alle 20.30, il teatro Sociale di Fasano ospiterà l’ultimo evento della stagione teatrale organizzata dal Comune in collaborazione con Puglia Culture. Lo spettacolo “Maledetta primavera”, prodotto da Armamaxa Teatro e Pagine Bianche Teatro, offre una reinterpretazione del mito di Proserpina attraverso la voce di Cerere, madre in lutto per il rapimento della figlia.

Un viaggio tra mito e realtà

“Maledetta primavera” si propone come un’opera che mescola elementi classici a una narrazione contemporanea. Scritto e interpretato da Daria Paoletta, Rita Pelusio ed Enrico Messina , lo spettacolo affronta temi universali come la perdita e la resilienza. La storia si snoda attorno al conflitto emotivo che Cerere vive dopo la scomparsa della figlia Proserpina, portando sul palco un ritratto complesso della figura femminile.

La rappresentazione non si limita a raccontare una storia antica; piuttosto cerca di rendere accessibile al pubblico le emozioni profonde legate alla maternità e alla perdita. Attraverso momenti di dolore alternati a sprazzi d’ironia, gli attori riescono a far emergere le sfumature dell’esperienza umana. Il testo è descritto come “tempestoso”, capace di collegare le radici del mito greco con esperienze quotidiane moderne.

La prospettiva intima delle relazioni familiari

Uno degli aspetti più interessanti dello spettacolo è l’approccio intimo che adotta nel trattare i rapporti familiari. La narrazione prende forma attraverso gli occhi di una madre single che deve affrontare le sfide dell’essere genitore nel mondo contemporaneo. Questa scelta narrativa permette agli spettatori di identificarsi facilmente con i personaggi sul palco.

Daria Paoletta interpreta sia Cerere che Proserpina, creando un ponte tra passato e presente. Il suo modo di rielaborare il mito rende l’esperienza ancora più vicina al pubblico; ogni parola pronunciata diventa un riflesso delle proprie esperienze personali riguardo all’amore materno e alla lotta contro ingiustizie sociali.

La sceneggiatura gioca su toni graffianti ma anche su momenti leggeri, permettendo così agli spettatori non solo di assistere ma anche di partecipare emotivamente alla vicenda narrata. Questo approccio contribuisce a rendere lo spettacolo non solo un momento culturale ma anche uno spazio per riflessioni profonde sulle dinamiche familiari.

Dettagli sull’evento

L’appuntamento conclusivo della stagione teatrale rappresenta quindi non solo un’occasione per assistere a uno spettacolo coinvolgente ma anche per riflettere su temi importanti attraverso una lente artistica unica. I biglietti sono disponibili presso i punti vendita autorizzati o sul sito ufficiale dedicato all’iniziativa Puglia Culture.

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