Papa Francesco riforma le intenzioni di messa: nuove regole per garantire trasparenza e equità

Papa Francesco avvia riforme nella Chiesa cattolica per garantire trasparenza nelle intenzioni di messa, limitando le offerte e affrontando disparità economiche tra sacerdoti e parrocchie.
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Papa Francesco ha avviato una nuova fase di riforma all’interno della Chiesa cattolica, intervenendo sulle pratiche relative alle intenzioni di messa. Questa iniziativa segue l’abolizione del listino prezzi per matrimoni e battesimi, attuata cinque anni fa con l’obiettivo di evitare che le celebrazioni religiose venissero percepite come soggette a un tariffario. Le nuove disposizioni mirano a fermare gli abusi legati alle offerte versate dai fedeli per commemorare i propri defunti durante le funzioni religiose.

Nuove regole sulle intenzioni di messa

La Santa Sede ha deciso di porre fine agli accumuli delle offerte che si verificano quando i sacerdoti raccolgono più intenzioni per una singola celebrazione. Con il nuovo decreto, i sacerdoti sono invitati a trattenere solo una “intenzione di messa” per sé e a destinare il resto delle offerte alle parrocchie in difficoltà, in particolare quelle situate nei territori missionari. Questo cambiamento è stato accolto come un passo necessario verso la trasparenza nella gestione delle donazioni.

Il Vaticano sottolinea che non si tratta della vendita dei sacramenti, ma piuttosto del mantenimento della tradizione sacra priva da qualsiasi aspetto commerciale. Le donazioni effettuate dai fedeli rappresentano infatti un modo per partecipare spiritualmente alla vita della Chiesa e sostenere la sua missione.

Disparità tra sacerdoti

Le offerte destinate alla celebrazione delle messe in memoria dei defunti hanno anche un impatto significativo sugli stipendi dei sacerdoti, che in Italia si aggirano intorno ai 1.200 euro mensili. Tuttavia, esistono notevoli disparità tra i preti operanti in santuari o luoghi molto frequentati — dove possono ricevere centinaia di richieste al giorno — e quelli che servono comunità più piccole e isolate, spesso costretti ad affrontare difficoltà economiche significative.

Questa situazione ha portato il Vaticano a richiedere maggiore vigilanza da parte dei vescovi riguardo alla registrazione e rendicontazione delle intenzioni di messa. È fondamentale garantire che tutti gli offerenti siano informati sul trattamento delle loro donazioni.

Trasparenza nelle pratiche ecclesiali

Il decreto stabilisce chiaramente che i sacerdoti possono accettare più offerte da diverse persone cumulandole con altre già ricevute; tuttavia questo può avvenire solo se tutti gli offerenti sono stati informati dell’accorpamento e hanno dato il proprio consenso esplicito. La mancanza del consenso deve essere interpretata come assenza dell’autorizzazione all’accorpamento stesso.

Inoltre viene ribadito che i sacerdoti non devono mai chiedere somme aggiuntive oltre quelle stabilite dalla competente autorità ecclesiastica; ciò serve a garantire che nessun fedele venga escluso dall’accesso ai sacramenti a causa della propria condizione economica difficile.

Queste misure rappresentano uno sforzo concreto da parte della Chiesa cattolica per affrontare problematiche storiche legate alla gestione finanziaria interna ed assicurarsi che la spiritualità rimanga al centro dell’esperienza religiosa quotidiana dei fedeli.