Roma a rischio: interventi edilizi privati minacciano l’urbanistica e il patrimonio culturale

Roma affronta una trasformazione urbana potenzialmente dannosa per il suo patrimonio storico, con nuove norme che favoriscono interventi edilizi privati e rischiano di compromettere l’identità culturale della città.
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Roma si trova di fronte a una possibile trasformazione radicale del suo paesaggio urbano, con interventi edilizi privati che potrebbero compromettere la sua identità storica. Diverse associazioni e la Soprintendenza speciale Belle arti e paesaggio di Roma hanno lanciato un allarme riguardo alle recenti modifiche normative che potrebbero favorire un approccio più commerciale alla rigenerazione urbana, trasformando la città in un’attrazione turistica per investitori immobiliari. Le nuove norme, adottate dall’assessorato all’Urbanistica, sono state oggetto di critiche per il loro potenziale impatto negativo sulla qualità della vita dei cittadini e sulla salvaguardia del patrimonio culturale.

Modifiche alle norme urbanistiche

Le nuove disposizioni urbanistiche sono state introdotte tramite una delibera dell’11 dicembre 2024, che ha modificato 62 articoli su 113 presenti nel Piano regolatore della città. I cittadini e le associazioni hanno avuto tempo fino al 7 aprile per presentare osservazioni su queste modifiche. Tuttavia, il processo è stato caratterizzato da una mancanza di coinvolgimento della Soprintendenza, contrariamente a quanto previsto dalla legge. Daniela Porro, direttrice della Soprintendenza speciale Belle arti e paesaggio di Roma, aveva già richiesto lo stop dell’iter decisionale a febbraio.

Secondo le osservazioni inviate al comune da parte della Soprintendenza, le modifiche non rappresentano semplicemente una “variante parziale” delle norme esistenti; piuttosto si configurano come una “variante generale” capace di alterare profondamente le caratteristiche essenziali del Piano stesso. Queste variazioni riguardano aspetti cruciali come la tutela del paesaggio storico e dei beni monumentali ed archeologici presenti nella capitale.

Critiche alla trasparenza delle nuove regole

La direttrice Porro ha evidenziato come le nuove norme siano formulate in modo poco chiaro ed astratto. Questo approccio rende difficile valutare gli effetti futuri delle stesse sulle aree urbane interessate. La mancanza di chiarezza potrebbe portare ad ambiguità nell’applicazione delle leggi urbanistiche vigenti e creare conflitti con la legislazione nazionale in materia.

La preoccupazione principale è che questa nuova impostazione possa delegare lo sviluppo urbano all’iniziativa privata senza alcuna pianificazione coordinata o supervisione adeguata da parte degli enti competenti. Ciò potrebbe tradursi in uno sviluppo disordinato dal centro storico fino alle zone consolidate della città.

Rischio per i cinema storici

Un altro aspetto critico riguarda i cinema ancora attivi nella capitale italiana: molti rischiano di chiudere o cambiare destinazione d’uso a causa delle normative comunali combinate con proposte legislative regionali sulla rigenerazione urbana. Queste misure faciliterebbero cambiamenti nei permessi edilizi che permetterebbero ai cinema abbandonati dopo tre anni di essere convertiti in ristoranti o bed & breakfast.

In questo contesto normativo favorevole ai cambiamenti rapidi nella destinazione d’uso degli edifici storici si teme un’accelerata perdita dei luoghi culturali tradizionali romani a favore dello sfruttamento commerciale degli spazi urbani.

Impatti sul patrimonio culturale

La Soprintendenza ha espresso preoccupazioni anche riguardo allo sviluppo verticale degli edifici nelle aree centrali della città; tali costruzioni potrebbero risultare fuori scala rispetto al contesto circostante ed alterarne l’immagine complessiva vista dall’alto. Inoltre c’è il rischio concreto che vengano ignorati i vincoli esistenti su beni culturali tutelati dalla legge italiana.

Il timore è quello di assistere ad un completo stravolgimento dell’identità visiva romana attraverso interventi edilizi non regolamentati adeguatamente; ciò include anche l’introduzione indiscriminata di impiantistica energetica come pannelli fotovoltaici o turbine eoliche senza considerazioni estetiche o ambientali necessarie alla preservazione del tessuto urbano storico.

Richiesta d’intervento da parte della Soprintendenza

Oltre alla richiesta urgente per rivedere il testo normativo attuale, la Soprintendenza chiede anche l’istituzione immediata di un tavolo tecnico volto a riesaminare il protocollo d’intesa siglato nel 2009 tra comune e soprintendenze locali; essa propone inoltre che i pareri sull’area Unesco diventino vincolanti anziché consultivi riguardo ai cambiamenti proposti nelle destinazioni d’uso degli immobili storici.

Il dipartimento Urbanistica ha confermato che l’iter approvativo procederà secondo quanto stabilito dalle normative vigenti nonostante le forti opposizioni manifestate dalle istituzioni competenti sul tema dell’urbanizzazione sostenibile nella capitale.