Il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, ha recentemente partecipato a un convegno a Firenze dedicato alla riforma della disabilità introdotta dal D.Lgs. n. 62/2024. Durante l’evento, si è discusso delle nuove modalità di accesso alle prestazioni per le persone con disabilità e dell’importanza di un sistema integrato che coinvolga sanità, previdenza e assistenza.
Il contesto del convegno
Il convegno si è tenuto presso Palazzo Pazzi Quaratesi, sede dell’Inps nel capoluogo toscano. Questo luogo è stato scelto strategicamente in quanto Firenze sarà uno dei centri principali per la sperimentazione delle nuove procedure previste dalla riforma a partire dal 1° gennaio 2025. L’incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti della politica, esperti del settore sanitario e associazioni di categoria che hanno avuto l’opportunità di confrontarsi sulle modalità attuative della riforma.
Fava ha sottolineato come questo progetto rappresenti una risposta concreta al concetto di welfare generativo, un tema che egli stesso promuove fin dall’inizio del suo mandato. La collaborazione tra diversi attori sociali è fondamentale per garantire che le necessità dei cittadini siano adeguatamente rappresentate e tutelate.
Le novità introdotte dalla riforma
Durante il suo intervento, Fava ha evidenziato alcuni aspetti chiave della riforma. In particolare, ha messo in risalto l’importanza della personalizzazione delle prestazioni per le persone con disabilità. Secondo il presidente dell’Inps, la vera innovazione consiste nel mettere al centro la persona attraverso un “progetto di vita” individuale e inclusivo.
Questo approccio mira a garantire che ogni individuo possa ricevere supporto su misura in base alle proprie esigenze specifiche e desideri personali. La centralità della persona nella progettazione dei servizi rappresenta una svolta significativa rispetto ai modelli precedenti più rigidi.
Fava ha anche spiegato come l’Inps assumerà il ruolo di unico valutatore nella gestione delle pratiche legate alla disabilità. Questo significa che sarà responsabile non solo dell’erogazione delle prestazioni ma anche del monitoraggio continuo dei progetti individualizzati elaborati insieme agli utenti.
Collaborazione tra istituzioni e stakeholder
L’intervento del presidente Fava mette in luce anche la necessità di una stretta collaborazione tra diverse istituzioni pubbliche e private coinvolte nel settore sociale ed assistenziale. L’obiettivo comune deve essere quello di costruire un sistema integrato ed efficiente capace non solo di rispondere ai bisogni immediati ma anche di favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità.
Le associazioni presenti al convegno hanno espresso interesse verso queste nuove modalità operative e hanno sollecitato ulteriori chiarimenti su come verranno implementate nella pratica quotidiana degli operatori socio-sanitari sul territorio italiano.
La sperimentazione avviata nelle otto province italiane selezionate offrirà dati preziosi sulla funzionalità del nuovo modello organizzativo previsto dalla legge n° 62/2024 ed eventuali aggiustamenti necessari prima dell’estensione nazionale prevista nei prossimi anni.