Istat: la speranza di vita a 65 anni raggiunge 21,2 anni, impatti sulle pensioni previsti

L’aumento della speranza di vita a 65 anni comporta un incremento dei requisiti per le pensioni dal 2027, sollevando interrogativi sulla sostenibilità del sistema previdenziale italiano.
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I dati forniti dall’Istat confermano un recupero della speranza di vita a 65 anni, ora fissata a 21,2 anni. Questo valore ha implicazioni significative per il sistema pensionistico italiano, in particolare per i requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia e anticipata. Le nuove stime indicano un incremento dei requisiti che entrerà in vigore nel 2027. Durante un’audizione sull’argomento da parte dell’Inps è emerso che esiste la possibilità di intervenire legislativamente per sterilizzare gli aumenti.

Incremento dei requisiti pensionistici

Secondo le informazioni rilasciate dai rappresentanti dell’Inps, l’aumento della speranza di vita comporterà una modifica nei requisiti per accedere alle pensioni. A partire dal 2027 si prevede un incremento di tre mesi sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata. Questa misura è necessaria affinché il sistema possa mantenere la sostenibilità economica nel lungo termine.

Il ministero dell’Economia dovrà emettere un decreto entro il 2025 affinché queste modifiche possano essere attuate ufficialmente. Tuttavia, i rappresentanti dell’Inps hanno sottolineato che c’è ancora tempo sufficiente perché il legislatore possa decidere se adottare misure correttive simili a quelle già attuate in passato. Queste misure potrebbero includere l’opzione di non applicare gli aumenti previsti ai requisiti.

Spesa previdenziale e PIL

L’audizione ha anche messo in evidenza le proiezioni relative alla spesa pubblica destinata alle pensioni nel prossimo futuro. Nel 2025 si prevede che questa spesa raggiunga il 15,3% del PIL nazionale, corrispondente a circa 289 miliardi e mezzo di euro. Attualmente il numero delle persone con una pensione equivale al 76,4% degli occupati.

Le stime indicano che questa percentuale continuerà a crescere fino al raggiungimento del picco del 17,1% nel lontano anno del 2040. Successivamente si prevede una graduale diminuzione della spesa rispetto al PIL: si stima infatti che scenderà al 16% entro il 2050 e ulteriormente al 14,1% entro il 2060.

Questi dati pongono interrogativi sulla sostenibilità futura del sistema previdenziale italiano e sulla necessità eventuale d’interventi strutturali volti ad assicurare l’equilibrio tra entrate ed uscite nel lungo periodo.