Death of a Unicorn: il nuovo film di A24 tra satira e fantasy, ma con risultati deludenti

“Death of a Unicorn”, il debutto di Alex Scharfman per A24, mescola horror e satira politica, ma delude per coerenza narrativa e sviluppo delle idee, nonostante un cast promettente.
Death of a Unicorn: il nuovo film di A24 tra satira e fantasy, ma con risultati deludenti - Socialmedialife.it

Death of a Unicorn è l’ultima produzione della casa di produzione A24, nota per la sua capacità di innovare nel panorama cinematografico. Il film, diretto da Alex Scharfman al suo esordio come regista, si presenta come un mix tra horror, commedia e satira politica. Nonostante un cast di attori affermati e una premessa intrigante, il risultato finale sembra non soddisfare né il pubblico né la critica.

La trama: un weekend in montagna con miliardari e magia

La storia ruota attorno a Elliot e sua figlia Ridley Kitner , che si dirigono verso la residenza della potente famiglia Leopold in una riserva naturale montana. Elliot è un avvocato incaricato di gestire gli interessi dei Leopold, in particolare quelli del patriarca Odell , magnate malato terminale afflitto da un tumore. La famiglia vive isolata dal resto del mondo in una lussuosa dimora.

Durante il viaggio in auto attraverso i sentieri montani, Elliot e Ridley investono quello che inizialmente credono sia un cavallo selvaggio. Scendendo dall’auto scoprono invece che si tratta di un unicorno ferito gravemente. Questa creatura magica stabilisce una connessione speciale con Ridley ed è dotata di poteri curativi legati al suo corno.

Arrivati alla residenza dei Leopold con l’unicorno ferito, i due protagonisti vengono coinvolti in una sorta di isteria collettiva quando emerge la possibilità che le proprietà magiche dell’animale possano essere sfruttate per guadagnare ricchezze immense. Tuttavia, solo Ridley sembra rendersi conto delle conseguenze potenzialmente disastrose dell’interferire con creature magiche.

Un messaggio politico mascherato da commedia fantastica

Death of a Unicorn ambisce ad essere più di semplice intrattenimento; vuole offrire anche una critica sociale nei confronti dei super-ricchi contemporanei che si presentano come guru o leader illuminati ma sono spesso guidati dalla cupidigia e dall’egoismo. I personaggi interpretati da Richard E. Grant, Téa Leoni e Will Poulter richiamano figure reali come Donald Trump o Elon Musk; rappresentano quella nuova aristocrazia moderna priva di scrupoli morali.

Elliot viene ritratto come l’archetipo del cittadino medio nevrotico che sacrifica dignità pur di compiacere i potenti per ottenere vantaggi materiali minimi. Questo aspetto offre spunti interessanti sulla dinamica tra classi sociali nell’attuale società capitalista.

Tuttavia, nonostante queste intenzioni ambiziose nella narrazione politica del film, ci sono evidenti problemi nella coerenza tonale della pellicola stessa: sebbene la prima parte riesca ad intrattenere adeguatamente lo spettatore grazie ai suoi elementi comici ed eccentrici tipici delle produzioni A24 degli ultimi anni – come Hereditary o Everything Everywhere All At Once – nella seconda metà Death of a Unicorn perde slancio diventando drammaticamente seria senza riuscire mai ad amalgamare efficacemente le sue diverse anime narrative.

Aspetti visivi: omaggio ai generi degli anni ’80

Dal punto di vista visivo, Death of a Unicorn tenta anche d’essere omaggiante nei confronti dei film fantasy degli anni ’80 e ’90; gli unicorni appaiono imponenti ed enigmatici grazie agli effetti speciali utilizzati nel progetto – sebbene alcuni momenti risultino poco convincenti dal punto di vista della CGI – evocando atmosfere nostalgiche legate al genere b-movie dell’epoca.

Nonostante ciò, risulta evidente che le potenzialità esplorative offerte dalla trama rimangono parzialmente sfruttate; molte idee promettenti restano sullo sfondo senza mai svilupparsi pienamente durante lo svolgimento narrativo complessivo del lungometraggio.

In sintesi, Death of a Unicorn rappresenta uno sforzo interessante ma incompiuto all’interno della proposta cinematografica contemporanea firmata A24; resta ora da vedere se questo progetto saprà trovare il proprio pubblico o verrà relegato nell’oblio delle opere sottovalutate.