Emergenza in Myanmar: la situazione dopo il terremoto di magnitudo 7.7 continua a deteriorarsi

Dieci giorni dopo il terremoto in Myanmar, la situazione è critica: oltre 3.500 morti, carenza di aiuti umanitari e condizioni sanitarie allarmanti aggravate da temperature elevate e piogge torrenziali.
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Dieci giorni dopo il devastante terremoto che ha colpito il Myanmar, le condizioni nel paese rimangono critiche. Le operazioni di soccorso sono ostacolate dalla mancanza di mezzi e risorse, mentre i beni essenziali come acqua potabile e cibo scarseggiano. Il bilancio delle vittime supera già i 3.500 morti, ma si teme che il numero possa aumentare ulteriormente a causa dei corpi ancora intrappolati sotto le macerie. La situazione sanitaria è preoccupante, aggravata dalle temperature elevate che superano i 35 gradi centigradi.

Difficoltà nei soccorsi e mancanza di aiuti

Nonostante gli sforzi per fornire assistenza umanitaria, molti settori del paese non hanno ricevuto aiuti adeguati o tempestivi. La giunta militare al potere dal colpo di stato del 2021 sta complicando ulteriormente le operazioni di soccorso con misure restrittive e controlli severi sui movimenti degli operatori umanitari. Le strade principali tra Yangon e Mandalay sono impraticabili a causa dei danni causati dal sisma; ponti crollati e voragini rendono difficile anche il trasporto dei mezzi necessari per rimuovere le macerie.

La maggior parte degli aiuti internazionali arriva nella città meridionale di Yangon prima di essere distribuita verso nord, ma la logistica è compromessa da una rete stradale danneggiata e da posti di blocco militari lungo i percorsi principali. Questi posti intimidiscono i volontari locali ed impediscono un rapido accesso alle aree più colpite.

Inoltre, l’esercito controlla rigorosamente anche i permessi delle organizzazioni umanitarie, causando ritardi significativi nella distribuzione degli aiuti essenziali alla popolazione in difficoltà. Ci sono segnalazioni allarmanti riguardo al reclutamento forzato da parte dell’esercito; secondo l’organizzazione Equality Myanmar, almeno cento giovani sarebbero stati arruolati contro la loro volontà solo nelle settimane successive al terremoto.

Situazione nelle aree ribelli

Le zone controllate dai gruppi ribelli stanno vivendo una crisi ancora più profonda poiché l’esercito ha bloccato gli aiuti diretti a queste aree strategiche vicine all’epicentro del sisma. A Sagaing, ad esempio, la prima squadra di soccorsi è riuscita ad arrivare solo tre giorni dopo il disastro; tuttavia gran parte degli aiuti previsti non ha potuto raggiungere la città a causa dei posti di blocco imposti dall’esercito.

Il collegamento tra Sagaing e Mandalay è stato interrotto dal crollo del ponte sul fiume Irrawaddy durante il terremoto stesso; questo rende estremamente difficile qualsiasi tentativo d’intervento o supporto logistico per portare assistenza alla popolazione locale in grave difficoltà.

Anche se sia l’opposizione armata sia alcune milizie ribelli avevano dichiarato cessate il fuoco unilaterali per facilitare l’arrivo degli aiuti umanitari dopo la catastrofe naturale, questi accordi sembrano essere stati ignorati nella pratica dall’esercito birmano che ha continuato a condurre attacchi contro obiettivi civili.

Condizioni meteorologiche avverse

A complicare ulteriormente questa già precaria situazione ci sono state diverse repliche sismiche negli ultimi giorni; alcuni eventi hanno raggiunto magnitudo 4.9 rendendo difficile per molte persone trovare riparo sicuro dalle scosse successive al principale evento sismico registrato con magnitudo 7.7.

Molti sfollati si trovano costretti a dormire all’aperto in parcheggi o campi sportivi utilizzando materassini improvvisati o tende temporanee quando disponibili. L’assenza d’infrastrutture adeguate aumenta notevolmente rischi sanitari legati alle condizioni meteo avverse: intense piogge fuori stagione stanno contribuendo alla diffusione potenziale delle malattie tra gli sfollati come il colera.

Le autorità sanitarie temono che questa combinazione letale – caldo estremo associato a piogge torrenziali – possa portare rapidamente all’insorgere epidemie tra una popolazione già vulnerabile ed esposta alle conseguenze dirette della calamità naturale appena vissuta.