L’Ufficio Studi di UNICMI, sotto la direzione del Prof. Carmine Garzia, ha pubblicato il Rapporto sul mercato dell’involucro edilizio per il 2024. Questo studio fornisce un’analisi dettagliata del settore italiano dei serramenti e delle facciate continue, con previsioni per i prossimi anni. Le recenti statistiche ISTAT rivelano un aumento significativo degli investimenti nelle costruzioni, influenzando direttamente le stime relative ai serramenti.
Crescita degli investimenti nel settore delle costruzioni
Secondo i dati forniti da ISTAT, gli investimenti nel settore delle costruzioni italiane hanno mostrato una crescita notevole negli ultimi anni. La nuova serie di dati copre il periodo dal 2015 al 2024 e indica che nel 2023 gli investimenti sono aumentati da 209 a ben 239 miliardi di euro. Per il 2024 si prevede che questi raggiungano oltre 241 miliardi di euro, suddivisi tra circa 134 miliardi destinati al residenziale e circa 107 miliardi per le strutture non residenziali e infrastrutture.
Questa crescita complessiva del settore è pari all’1,1%, ma nasconde tendenze contrastanti: mentre il segmento residenziale ha subito una contrazione del 4%, quello non residenziale ha visto un incremento vicino al 9%. Quest’ultimo è stato sostenuto dall’espansione nelle infrastrutture e nei servizi avanzati. Le prospettive per il prossimo anno indicano una continuazione della correzione nel mercato residenziale; tuttavia, ci si aspetta anche un recupero grazie alla buona performance delle nuove costruzioni abitative.
Analisi del mercato dei serramenti
Nel contesto generale degli investimenti edilizi, anche il mercato dei serramenti ha subito variazioni significative. Nel corso del 2024 si registra una contrazione dell’1,9% rispetto all’anno precedente, portando il valore totale a circa nove miliardi di euro. Di questo importo oltre sei miliardi provengono dal comparto residenziale: cinque miliardi sono attribuibili al rinnovo mentre poco meno di ottocento milioni riguardano le nuove installazioni.
Il segmento residenziale ha visto una perdita complessiva del valore pari al -4,2% nel corso dell’anno; in particolare la parte dedicata al rinnovo ha registrato un calo più marcato , bilanciato parzialmente da una crescita modesta nelle nuove installazioni. Dall’altro lato della bilancia troviamo invece i risultati positivi nel segmento non residenziale dove la domanda è cresciuta significativamente . Qui l’involucro edilizio vale tre miliardi di euro con buone performance sia nella nuova edificazione che nei lavori di recupero.
Le proiezioni future indicano ulteriori difficoltà per la domanda nel comparto residenziale: si stima infatti una diminuzione della richiesta di serramenti pari a -4,6% nel prossimo anno e -4,9% entro il termine del biennio successivo.
Il futuro del non residenziale
Il panorama delineato per quanto riguarda i settori non residenziali appare decisamente più roseo rispetto a quello abitativo. Si prevede infatti che questo segmento continui a crescere con tassi superiori al quattro percento annuo fino almeno alla fine del biennio previsto dallo studio . In particolare va segnalata l’espansione significativa registrata dalle facciate continue che hanno raggiunto nell’ultimo anno valori intorno agli ottocentoottanta milioni di euro con incrementi annualizzati attesi attorno al +5%.
La previsione positiva viene supportata dalla continua necessità di ristrutturazioni ed efficientamento energetico negli edifici pubblici e privati; ciò implica quindi opportunità concrete sia per le aziende operanti in questo ambito sia per quelle specializzate nella produzione dei materiali necessari alle facciate continue.
Impatto degli incentivi fiscali sul mercato
UNICMI evidenzia come gli incentivi fiscali abbiano avuto un ruolo cruciale nell’attivare domanda all’interno dello specifico compartimento dei serramenti; secondo stime recenti tali bonus hanno generato richieste superiori ai due virgola otto miliardi solo nell’ultimo anno grazie principalmente all’Ecobonus insieme ad altri bonus come quello casa .
Particolarmente interessante risulta notare come gran parte degli investimenti legati agli Ecobonus siano stati indirizzati verso prodotti in PVC – rappresentando circa sessantacinque percento – suggerendo così potenziali vulnerabilità future man mano che diminuirà l’appeal fiscale associato ai vari bonus previsti dalla normativa vigente nei prossimi anni.
In sintesi emerge chiaramente come vi sia ancora spazio importante affinché aziende operanti nei settori coinvolti possano trarre vantaggio dall’evoluzione normativa ma anche dalla crescente attenzione verso pratiche sostenibili nella scelta dei materiali utilizzabili durante le fasi progettuali ed esecutive.