La situazione di Alberto Trentini, un cooperante italiano originario del Lido di Venezia, continua a destare preoccupazione. Detenuto a Caracas dal 15 novembre 2024 con l’accusa di terrorismo, il suo caso è seguito attentamente dal governo italiano. Fonti ufficiali confermano che Palazzo Chigi sta lavorando per riportarlo a casa. La madre Armanda Colusso ha ricevuto una chiamata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha assicurato l’impegno dell’esecutivo per la liberazione del figlio.
Detenzione e accuse contro Trentini
Alberto Trentini è attualmente in carcere in Venezuela da oltre 140 giorni. Le autorità locali lo accusano di terrorismo, ma i dettagli specifici delle accuse rimangono poco chiari. Secondo le informazioni disponibili, si trova in buone condizioni di salute all’interno della sua cella. Tuttavia, la mancanza di comunicazioni dirette con la famiglia ha generato un clima d’ansia e preoccupazione tra i suoi cari e amici.
Negli ultimi mesi, Armanda Colusso e Ezio Trentini hanno vissuto momenti difficili nella loro abitazione al Lido di Venezia. La speranza di ricevere notizie dal figlio si è trasformata in un’attesa logorante. Per far sentire la propria voce e sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso del loro familiare, gli amici hanno organizzato diverse iniziative solidali come una staffetta del digiuno alternato per 24 ore.
Ultimo messaggio e rapimento
Il dramma della famiglia Trentini si intensifica ripercorrendo gli eventi che hanno portato alla detenzione del cooperante italiano. Il 15 novembre scorso Alberto aveva inviato un ultimo messaggio ai genitori: “Saluti dall’aeroporto di Caracas”. Questo era un gesto consueto per lui; spesso informava i familiari sulla sua posizione durante i viaggi all’estero per rassicurarli sulla sua sicurezza.
Tuttavia, dopo quel messaggio non ci sono state più notizie da parte sua. La situazione è stata definita dai familiari come un vero e proprio rapimento perpetrato non da criminali comuni ma dalle forze governative venezuelane stesse. Da allora sono trascorsi oltre quattro mesi senza alcuna possibilità per i rappresentanti italiani o consoli di visitarlo o interagire con lui.
Strategia comunicativa della famiglia
Inizialmente la strategia adottata dalla famiglia era quella del silenzio; tuttavia questa scelta non ha portato ai risultati sperati nel tentativo di ottenere informazioni su Alberto o facilitare il suo rilascio. Con il passare dei mesi e l’aumento dell’angoscia legata alla mancanza d’informazioni concrete su suo figlio, Armanda Colusso ha deciso di rompere questo silenzio mediatico.
Supportata dall’avvocato Alessandra Ballerini – nota anche per il suo impegno nel caso Regeni – Armanda ha iniziato a farsi vedere nei programmi televisivi nazionali come quelli condotti da Fabio Fazio e Marco Damilano dove racconta chi sia realmente Alberto: una persona impegnata nel sociale che ora vive una situazione drammatica lontana dai suoi affetti più cari.
Questa mobilitazione pubblica mira non solo ad attirare attenzione sul caso specifico ma anche a sollecitare interventi diplomatici efficaci affinché possa tornare presto nella propria casa al Lido insieme ai suoi genitori ansiosi d’abbracciarlo nuovamente.