Dal 10 al 13 aprile 2025, il Teatro Storchi di Modena ospiterà la messa in scena di “Sarabanda”, un’opera del celebre regista svedese Ingmar Bergman. Diretta da Roberto Andò, direttore del Teatro di Napoli / Teatro Nazionale, lo spettacolo vedrà protagonisti attori noti come Renato Carpentieri, Alvia Reale, Elia Schilton e Caterina Tieghi. Oltre alle rappresentazioni serali giovedì e venerdì alle ore 20.30, sabato alle 19 e domenica alle 16, è previsto un incontro speciale con il pubblico.
Incontro con il pubblico: conversando di teatro
Sabato 12 aprile alle ore 16.30 si terrà l’evento “Conversando di teatro”, dove la compagnia discuterà dell’opera insieme a Benedetta Bronzini. Bronzini è una studiosa di teatro ed assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia . L’incontro sarà moderato dalla professoressa Angela Albanese, docente nel medesimo dipartimento. Questo appuntamento offre l’opportunità al pubblico non solo per approfondire i temi trattati nello spettacolo ma anche per interagire direttamente con gli artisti coinvolti.
La trama e i temi centrali dell’opera
“Sarabanda” rappresenta una sorta d’eredità artistica lasciata da Bergman attraverso un confronto tra personaggi già visti in “Scene da un matrimonio”. Ambientata trent’anni dopo gli eventi originali, l’opera esplora le dinamiche familiari complesse tra genitori e figli. I protagonisti affrontano questioni irrisolte che emergono durante incontri intensi che rivelano fragilità umane profonde.
La struttura dello spettacolo si compone di dieci scene che presentano dialoghi tra coppie diverse dei quattro personaggi principali. Questi momenti sono caratterizzati da una danza simbolica che richiama la sarabanda: una danza storicamente associata a sentimenti contrastanti come amore ed odio. Le relazioni vengono messe alla prova attraverso confronti diretti che evidenziano rimpianti passati e conflitti presenti.
I temi trattati nell’opera sono universali: dall’inevitabilità della vecchiaia all’angoscia legata agli ultimi giorni della vita; dal conflitto generazionale all’attaccamento morboso presente nelle relazioni familiari. La narrazione si sviluppa su toni malinconici ma realistici; ogni dialogo rivela strati complessi delle emozioni umane.
Il messaggio profondo dietro le parole
Roberto Andò ha descritto “Sarabanda” come un testo scomodo nella sua onestà cruda; ciò che colpisce non sono solo le parole pronunciate dai personaggi ma anche i silenzi significativi tra loro. L’intimità espressa nei gesti quotidiani – come abbracci o semplicemente tenersi per mano – diventa centrale nel racconto della fragilità dei corpi segnati dal tempo.
Il regista sottolinea che nella visione bergmaniana presente nell’opera c’è una mancanza totale d’illusione riguardo ai rapporti umani; i personaggi sembrano intrappolati in uno stato pessimistico rispetto al senso delle loro interazioni reciproche. Questo approccio invita lo spettatore a riflettere sulla complessità delle relazioni moderne dove amore ed odio spesso coesistono senza soluzione apparente.
L’appuntamento al Teatro Storchi promette quindi non solo uno spettacolo teatrale avvincente ma anche occasioni preziose per riflessioni profonde sulle dinamiche familiari contemporanee.