Una vasta operazione della Guardia di Finanza di Barletta ha portato alla luce una maxi truffa sui crediti d’imposta, con un valore complessivo dei beni sequestrati pari a 8 milioni di euro. Sedici persone sono state indagate per frode aggravata, accusate di aver ottenuto indebitamente crediti fiscali relativi ai bonus edilizi come il “Bonus facciate”, il “Bonus ristrutturazione” e l’“Ecobonus”. L’inchiesta ha rivelato un sistema fraudolento che sfruttava risorse statali destinate a lavori edilizi mai realizzati.
La scoperta della frode
L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza è emersa dopo una serie di operazioni mirate a contrastare le frodi legate ai bonus edilizi. Gli inquirenti hanno scoperto che un mediatore creditizio attivo nella zona di Barletta aveva creato falsi crediti d’imposta per lavori non eseguiti su immobili inesistenti. Il valore totale dei crediti fraudolenti ammontava a circa 7,5 milioni di euro. Questi crediti venivano poi monetizzati presso istituti bancari e Poste Italiane, permettendo agli indagati di incassare somme ingenti.
Le Fiamme gialle hanno effettuato il sequestro preventivo di ben 25 beni immobili, oltre a 17 autovetture e sei motocicli appartenenti agli indagati. Inoltre, sono stati congelati i saldi presenti in ben 67 conti correnti intestati alle persone coinvolte nell’inchiesta. Questo intervento rappresenta un chiaro segnale dell’impegno delle autorità nel combattere le forme più sofisticate ed articolate della frode fiscale.
I dettagli dell’indagine
Durante le operazioni investigative, gli agenti hanno rinvenuto una notevole quantità di documentazione all’interno dello studio del mediatore creditizio coinvolto nella truffa. L’analisi dei documenti ha messo in evidenza l’utilizzo da parte del professionista stesso e dei suoi complici, consapevoli dell’attività illegale in corso, delle carte prepagate e delle SIM intestate a diversi clienti per richiedere indebitamente i crediti d’imposta fittizi.
In particolare, è stato accertato che venivano presentate richieste relative a lavori edili mai eseguiti su immobili con dati catastali completamente inventati o inesistenti. Inoltre è emerso che il mediatore aveva contraffatto documentazione riguardante la propria posizione giudiziaria al fine di dimostrare falsamente la sussistenza dei requisiti morali necessari per esercitare l’attività creditizia.
Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla vigilanza nei confronti degli operatori del settore e sull’efficacia delle misure preventive contro simili pratiche fraudolente nel campo degli incentivi statali destinati all’edilizia.
Le conseguenze legali
Le sedici persone indagate ora rischiano pesanti conseguenze legali per la loro partecipazione alla truffa organizzata. Le accuse formulate dalla Procura comprendono non solo la frode aggravata ma anche altri reati connessi alla gestione irregolare dei fondi pubblici destinati ai bonus edilizi.
La Guardia di Finanza continua ad approfondire le indagini per identificare eventuale ulteriormente complicazioni o reti più ampie coinvolte nella vicenda. Questo caso mette in luce quanto sia cruciale mantenere alta l’attenzione sulle pratiche commerciali nel settore edile e sull’uso corretto delle agevolazioni fiscali da parte degli operatori economici.