Giappone: preparativi per un mega-terremoto e strategie di gestione del rischio

Il Giappone si prepara a un possibile mega-terremoto, con stime aggiornate su danni e perdite umane. Il governo intensifica le misure di resilienza e costruzione antisismica per proteggere la popolazione.
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Il Giappone si sta preparando ad affrontare un possibile mega-terremoto, con il governo che ha nominato un ministro dedicato al rafforzamento della resilienza nazionale. Questo paese, situato lungo l’Anello di Fuoco del Pacifico, è particolarmente vulnerabile a eventi sismici devastanti. Le autorità giapponesi hanno aggiornato le stime sui danni e sulle perdite umane che potrebbero derivare da un terremoto di grande intensità.

Il contesto sismico del Giappone

Il Giappone si trova in una delle zone più attive dal punto di vista sismico al mondo. L’Anello di Fuoco del Pacifico è una fascia che circonda l’Oceano Pacifico ed è responsabile dell’80% dei terremoti globali e della maggior parte delle eruzioni vulcaniche significative. In questo contesto, il Giappone detiene la più alta concentrazione di terremoti grazie alla sua avanzata rete di monitoraggio sismico. Tuttavia, non è solo; anche l’Indonesia condivide questa triste primazia.

Un mega-terremoto viene definito come un evento con magnitudo superiore a 8,5. Sebbene i dati sistematici sui terremoti siano stati raccolti solo nel XX secolo, gli storici hanno potuto ricostruire eventi passati devastanti attraverso le testimonianze e i segni lasciati sul territorio. Tra questi spicca il terribile sisma avvenuto in Cina nel 1556 che causò circa 830 mila vittime.

Le proiezioni attuali indicano una probabilità dell’80% che nei prossimi trent’anni si verifichi un terremoto con magnitudo pari o superiore a 9.0 nella regione sud-occidentale giapponese nota come faglia di Nankai. Gli effetti previsti includono non solo danni strutturali ma anche tsunami e incendi diffusi.

Aggiornamenti sulle stime dei danni

L’Ufficio del Gabinetto giapponese ha recentemente rivisto le sue proiezioni riguardo ai possibili decessi e alle perdite economiche derivanti da un futuro grande terremoto sulla faglia di Nankai. Le nuove stime sono inferiori rispetto a quelle fornite dieci anni fa ma rimangono allarmanti: nel peggiore dei casi potrebbero verificarsi circa 298 mila morti e la distruzione totale o parziale fino a 2,35 milioni di edifici.

Queste valutazioni sono state elaborate da esperti utilizzando dati recenti su topografia e geologia per calcolare l’intensità prevista degli eventi sismici così come i potenziali effetti degli tsunami nelle aree costiere interessate.

Rispetto alle previsioni fatte tra il 2012 e il 2013 —che stimavano circa 323 mila vittime— ci sono segnali positivi nella riduzione delle perdite previste grazie agli investimenti in infrastrutture antisismiche sempre più efficaci negli ultimi anni.

Misure preventive adottate dal governo

Il governo giapponese ha messo in atto diverse misure per mitigare gli effetti devastanti dei futuri terremoti attraverso piani strategici nazionali volti alla gestione integrata del rischio naturale. Negli ultimi anni c’è stata una crescente attenzione verso la costruzione antisismica; oggi quasi il 90% delle nuove abitazioni rispetta standard elevati contro i rischi sismici rispetto al circa 79% registrato nel 2008.

Inoltre, sono aumentate le difese costiere contro gli tsunami: dal 39% nel 2014 si è passati al 65% nel 2021. Anche le esercitazioni d’emergenza condotte dai comuni hanno visto crescere la loro diffusione passando dall’79% nel 2018 all’86 % nel 2024.

Tuttavia, queste migliorie portano anche nuove sfide; ad esempio aumenta la necessità d’assistenza per chi deve evacuare durante emergenze o chi vive nelle aree colpite dalle catastrofi naturali.

Il ministro Manabu Sakai ha evidenziato quanto sia cruciale riesaminare continuamente queste misure preventive basandosi su rapporti aggiornati per garantire maggiore sicurezza alla popolazione esposta ai rischi naturali legati ai fenomeno tellurico.

La consapevolezza collettiva riguardo all’imprevedibilità dei disastri naturali resta alta; sebbene non sia possibile prevenire completamente tali eventi catastrofici, il Giappone continua ad apprendere dalle esperienze passate implementando politiche sempre più efficaci nella gestione delle crisi legate ai fenomeni naturali.