La premier Giorgia Meloni ha telefonato ad Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini, il cooperante italiano detenuto a Caracas dal 15 novembre 2024. Questo gesto segue un appello pubblicato sul Gazzettino e rappresenta un segnale importante per la famiglia e per chi sta seguendo da vicino la vicenda. La situazione di Trentini è delicata e il governo italiano continua a lavorare per risolvere il caso.
La telefonata tra Giorgia Meloni e Armanda Colusso
Giorgia Meloni ha deciso di contattare direttamente Armanda Colusso dopo aver letto le sue parole nel Gazzettino. Il senatore Raffaele Speranzon, vicino alla premier, ha facilitato questo scambio comunicativo portando l’articolo all’attenzione della presidente del Consiglio senza filtri. Il colloquio telefonico è stato descritto come un momento personale piuttosto che istituzionale; una mamma che cerca conforto da un’altra mamma in una situazione difficile.
Speranzon ha confermato l’avvenuta conversazione ma non ha rivelato dettagli sul contenuto della chiamata, mantenendo così la riservatezza dell’incontro. Tuttavia, è emerso che Meloni ha ribadito quanto già dichiarato dai membri del governo riguardo al caso di Trentini: le autorità italiane sono attivamente coinvolte nella questione e stanno facendo tutto il possibile per riportarlo a casa.
Il fatto che sia stata proprio la premier a contattare i familiari offre loro una certa rassicurazione in un momento carico d’angoscia. Da quasi cinque mesi Alberto non può comunicare con i suoi genitori né ricevere visite nel carcere venezuelano dove si trova detenuto.
Le speranze dei familiari e del pubblico
Armanda Colusso ed Ezio Trentini vivono con grande apprensione l’attesa della liberazione del figlio. La famiglia desidera riabbracciare Alberto nella loro casa di Città Giardino, accanto alla chiesa di Sant’Antonio. In questi mesi hanno ricevuto supporto da molte persone che si sono mobilitate affinché venga garantita la libertà del cooperante.
Alberto era in Venezuela per svolgere attività umanitarie legate all’assistenza ai disabili attraverso una ONG locale quando è stato arrestato senza preavviso. I suoi genitori sperano anche di ricevere almeno una chiamata dal figlio come regalo pasquale; questo piccolo gesto sarebbe fondamentale per alleviare parte della loro sofferenza emotiva.
Nel carcere dove si trova Alberto ci sono anche sei cittadini statunitensi recentemente liberati grazie ai negoziati tra funzionari americani e venezuelani. Questa situazione alimenta ulteriori speranze nei familiari: se gli Stati Uniti sono riusciti ad ottenere risultati positivi tramite dialoghi diplomatici, forse anche l’Italia potrà trovare soluzioni efficaci attraverso i propri canali ufficiali.
Il governo continua a monitorare attentamente gli sviluppi della situazione mentre le famiglie dei detenuti chiedono giustizia e trasparenza nelle operazioni diplomatiche avviate dalle autorità italiane.