Un’inquietante vicenda coinvolge i giornalisti Carmine Gallo e Samuele Calamucci, accusati di aver orchestrato un piano per screditare un collega di Today.it. Secondo le indagini della Procura di Milano, i due avrebbero tentato di diffondere notizie false riguardanti imprenditori importanti, con l’intento di danneggiare economicamente il giornale attraverso cause legali. Questo articolo esplora i dettagli dell’inchiesta e le connessioni tra i protagonisti coinvolti.
Il videoselfie incriminato
Il 10 febbraio 2024, Samuele Calamucci ha pubblicato un videoselfie in piazza Bologna a Roma, dove afferma che lì si trova l’ufficio coperto della rete clandestina Squadra Fiore. Nel video, sorride mentre espone la sua versione dei fatti. Tuttavia, secondo le recenti scoperte della Procura milanese, la situazione è ben più complessa. I documenti depositati rivelano collegamenti tra Calamucci e altri testimoni chiave che potrebbero avere legami con figure influenti nel governo attuale guidato da Giorgia Meloni.
Questi sviluppi sollevano interrogativi su cosa sapesse Palazzo Chigi riguardo alle operazioni condotte da Gallo e Calamucci. La presenza del sottosegretario Alfredo Mantovano nei servizi segreti rende ancora più delicata la questione: quale ruolo hanno avuto queste istituzioni nel presunto complotto contro il giornalista?
Le connessioni tra Pazzali e De Donno
Enrico Pazzali emerge come figura centrale in questa vicenda. Presidente della Fondazione Fiera Milano e socio dell’agenzia di spionaggio Equalize, Pazzali sarebbe stato in contatto regolare con Carlo De Donno, generale dei carabinieri nonché vicedirettore dell’Aisi dal 2021. Le informative dei carabinieri indicano che ci sono stati “contatti ricorrenti” tra Pazzali e De Donno.
Secondo quanto riportato dalle forze dell’ordine nelle loro comunicazioni del gennaio 2025, Pazzali avrebbe ricevuto informazioni sulle indagini in corso grazie a incontri con De Donno stesso. Queste rivelazioni pongono interrogativi sulla trasparenza delle operazioni condotte dai servizi segreti italiani durante questo periodo critico.
Il movente dietro le calunnie
La strategia adottata da Gallo e Calamucci sembra avere come obiettivo principale quello di fermare le indagini portate avanti da Today.it sul mondo degli affari italiani legati alla criminalità organizzata. Durante intercettazioni telefoniche effettuate dalle autorità competenti emerge chiaramente come entrambi gli individui stessero tramando contro il direttore editoriale del sito web.
Calamucci ha cercato anche di presentarsi come whistleblower per denunciare presunti dossieraggi compiuti dalla rete clandestina Squadra Fiore; tuttavia risulta evidente che non aveva alcun rapporto preesistente con il direttore del giornale al momento del loro incontro iniziale nel gennaio 2024.
Le dichiarazioni fatte durante queste conversazioni suggeriscono una manovra ben orchestrata per screditare professionalmente il collega attraverso accuse infondate relative ai suoi rapporti con i servizi segreti italiani.
L’archivio segreto ed altre evidenze
L’inchiesta rivela ulteriormente dettagli inquietanti sull’archivio sequestrato all’agenzia Equalize dove sono emersi documenti compromettenti relativi ad attività passate delle forze dell’ordine italiane nella lotta alla mafia catanese negli anni ’80 e ’90. Tra questi vi è anche materiale relativo all’omicidio del procuratore Bruno Caccia avvenuto nel 1983; una coincidenza inquietante considerando l’interesse manifestato da Gallo verso tali argomenti nelle sue precedenti pubblicazioni investigative.
Inoltre si segnala che Carmine Gallo era già sotto osservazione prima degli eventi recenti grazie alle sue interviste sui temi delicati legati ai servizi segreti italiani; ciò potrebbe spiegare perché egli stesso abbia deciso poi d’intraprendere azioni dirette contro chi lo stava investigando o criticando apertamente tramite articoli scomodi pubblicati su Today.it.
La risposta delle istituzioni
Concludendo questa analisi sui fatti emersi fino ad ora è evidente che ci siano molte domande senza risposta riguardo al comportamento sia dei singoli coinvolti sia delle istituzioni preposte alla sicurezza nazionale italiana durante questo periodo turbolento per la libertà d’informazione nel Paese.