L’apertura dei mercati asiatici ha segnato un forte ribasso, alimentato dalle preoccupazioni legate alla strategia protezionistica degli Stati Uniti. Mentre l’Europa si prepara a discutere contromisure al Consiglio Affari esteri di Lussemburgo, gli investitori temono le conseguenze delle politiche commerciali del presidente Trump. La situazione è complessa e potrebbe avere ripercussioni significative sull’economia globale.
Andamento negativo degli indici asiatici
Il lunedì mattina ha visto un crollo significativo dell’indice Nikkei 225 del Giappone, che ha perso il 5,79%, dando il via a una spirale negativa in tutta la regione asiatica. A Hong Kong, l’indice Hang Seng è sceso drasticamente di circa il 12% a sole due ore dalla chiusura delle contrattazioni. Anche Taiwan non è stata risparmiata: il Taiwan Weighted Index ha registrato una perdita del 9,61% nelle prime fasi della giornata.
La Corea del Sud ha visto il suo indice Kospi scendere del 4,14%, mentre lo Shanghai Composite della Cina ha subito un calo del 6,5%. Questi ribassi sono stati accompagnati da forti timori riguardo all’apertura dei mercati europei dopo le pesanti perdite accumulate giovedì e venerdì precedenti.
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina continuano a influenzare negativamente la fiducia degli investitori. Le misure tariffarie imposte da Washington stanno generando preoccupazione su come queste possano impattare le economie locali e globali nel lungo termine.
Criptovalute sotto pressione
Anche il mercato delle criptovalute non è immune dall’ondata di vendite che sta colpendo i mercati finanziari tradizionali. Dopo la vittoria elettorale di Trump, molte criptovalute avevano registrato guadagni significativi; tuttavia ora hanno cancellato quasi tutti questi profitti. Secondo CoinGecko, la capitalizzazione totale di mercato per tutte le criptovalute è diminuita di circa il 10%, portandosi a quota 2,54 trilioni di dollari.
Questa flessione evidenzia come anche gli asset digitali siano influenzati dalle dinamiche economiche globali e dalle politiche governative statunitensi. Gli investitori sembrano adottare un approccio più cauto in risposta alle notizie riguardanti i dazi e alle incertezze economiche generate dal governo americano.
Risposta politica agli sviluppi economici
In risposta alla crisi sui mercati finanziari causata dai dazi americani, Donald Trump ha difeso con fermezza le sue decisioni ma si è mostrato aperto al dialogo con altri paesi per affrontare questioni relative ai deficit commerciali. “Voglio risolvere il deficit che abbiamo con la Cina e altre nazioni,” ha dichiarato durante un volo su Air Force One; aggiungendo che se ci sarà disponibilità al dialogo da parte loro sarà disposto ad ascoltare proposte alternative.
Nel frattempo, i leader cinesi hanno tenuto incontri nel fine settimana per discutere strategie volte a stabilizzare l’economia nazionale minacciata dall’aumento delle tariffe statunitensi. Secondo fonti vicine al governo cinese riportate da Bloomberg, si sta considerando l’accelerazione dei piani già previsti per stimolare i consumatori interni prima dell’impatto completo dei nuovi dazi americani.
Nonostante questi sforzi volti ad attutire gli effetti negativi sul mercato interno cinese – dove Shanghai segna -7% e Shenzhen -10% – rimane alta l’ansia tra gli investitori sia locali che internazionali sulla direzione futura dell’economia mondiale nell’attuale clima d’incertezza commerciale.