Giorgia Meloni: “Continueremo a combattere l’immigrazione illegale e affronteremo i dazi”

Giorgia Meloni, al congresso della Lega a Firenze, ribadisce la lotta contro l’immigrazione illegale, affronta le sfide economiche e chiede una revisione delle normative europee sul Green Deal.
Giorgia Meloni: "Continueremo a combattere l'immigrazione illegale e affronteremo i dazi" - Socialmedialife.it

La premier Giorgia Meloni ha ribadito la sua determinazione nel combattere l’immigrazione illegale e affrontare le sfide economiche, in un videomessaggio al congresso della Lega a Firenze. Le sue dichiarazioni si concentrano su riforme cruciali per il governo italiano, come quella del premierato e della giustizia, evidenziando anche la necessità di rivedere le normative europee sul Green Deal.

La lotta contro l’immigrazione illegale

Nel suo intervento, Meloni ha sottolineato l’importanza di difendere i confini nazionali. Ha dichiarato che il governo continuerà a impegnarsi nella lotta contro l’immigrazione illegale di massa, un tema che resta centrale nell’agenda politica italiana. La premier ha descritto questo periodo come uno dei più complessi dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, evidenziando le sfide multiple che il paese deve affrontare.

Meloni ha enfatizzato la necessità di una strategia chiara e decisa per gestire i flussi migratori. L’Italia si trova in una posizione geografica strategica nel Mediterraneo, rendendo essenziale una risposta efficace alle ondate migratorie. Il governo sta lavorando su misure concrete per garantire sicurezza ai confini e migliorare la gestione dei richiedenti asilo.

Inoltre, è previsto un rafforzamento della cooperazione con altri paesi europei per affrontare insieme questa problematica. La premier ha fatto riferimento alla volontà di collaborare con gli stati membri dell’Unione Europea per sviluppare politiche comuni che possano ridurre la pressione sugli stati più colpiti dall’immigrazione irregolare.

Affrontare i dazi con pragmatismo

Giorgia Meloni ha toccato anche il tema dei dazi durante il suo intervento al congresso della Lega. Ha espresso preoccupazione riguardo alle recenti decisioni degli Stati Uniti in materia commerciale e annunciato che il governo italiano adotterà un approccio pragmatico nella gestione delle conseguenze economiche derivanti da queste scelte.

La premier ha chiarito che nonostante non condivida le politiche statunitensi sui dazi, è pronta a utilizzare tutti gli strumenti disponibili – sia negoziali sia economici – per proteggere le imprese italiane potenzialmente danneggiate dalle nuove tariffe imposte dai mercati esteri. Questo approccio mira a garantire stabilità alle aziende italiane operanti nei settori più vulnerabili agli effetti delle misure commerciali internazionali.

Meloni ha invitato tutti gli attori coinvolti ad evitare allarmismi inutili mentre si lavora su strategie efficaci per mitigare eventuali impatti negativi sull’economia nazionale. È fondamentale mantenere aperti i canali diplomatici ed esplorare opportunità di dialogo con altri paesi partner commercialmente rilevanti.

Rivedere le normative del Green Deal europeo

Un altro punto cruciale sollevato dalla premier riguarda le normative europee legate al Green Deal. Meloni intende chiedere all’Unione Europea una revisione delle regolamentazioni considerate ideologiche e troppo restrittive nei vari settori industriali italiani. Secondo lei, tali norme rappresentano veri e propri “dazi interni” che aggravano ulteriormente la situazione già complessa delle imprese locali.

La richiesta di modifiche alle normative del Green Deal riflette una preoccupazione diffusa tra gli imprenditori italiani riguardo alla competitività sul mercato globale. La premier sostiene che regole troppo rigide potrebbero ostacolare lo sviluppo sostenibile senza apportare benefici tangibili all’ambiente o all’economia europea nel suo complesso.

Meloni punta quindi a costruire un dialogo costruttivo con Bruxelles affinché venga trovata una soluzione equilibrata tra sostenibilità ambientale ed esigenze economiche realiste degli stati membri dell’UE.