Alta tensione tra Italia e Stati Uniti: il dibattito interno su dazi e trattative commerciali

Tensioni politiche in Italia per i negoziati commerciali con gli Stati Uniti, con divergenze tra Salvini e Tajani. Meloni sotto pressione europea mentre si discute l’attivazione di misure punitive contro Washington.
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La situazione politica in Italia si complica con le crescenti tensioni tra i leader di partiti chiave riguardo ai negoziati commerciali con gli Stati Uniti. Mentre Giorgia Meloni affronta pressioni dai partner europei, le divergenze tra Matteo Salvini e Antonio Tajani evidenziano la necessità di una strategia unitaria. Il contesto è segnato dalla guerra commerciale transatlantica, che potrebbe avere ripercussioni significative per l’economia italiana.

La posizione della premier Meloni sotto pressione europea

Giorgia Meloni si trova in una posizione delicata, come riportato dal Financial Times. I principali alleati europei stanno esercitando pressioni affinché l’Italia prenda una posizione chiara nella guerra commerciale contro gli Stati Uniti. Nonostante i suoi rapporti amichevoli con il presidente Biden, la premier sembra orientata a unirsi a un gruppo di Paesi — tra cui Romania, Grecia e Ungheria — che si oppongono all’attivazione dello strumento anti coercizione proposto dall’Unione Europea.

Questo strumento è stato definito “bazooka” poiché permetterebbe all’UE di limitare l’accesso delle multinazionali statunitensi ai mercati europei attraverso misure come la chiusura del mercato UE alle esportazioni di servizi americani o restrizioni sugli appalti pubblici. Le implicazioni economiche sono notevoli: se attuato, questo approccio potrebbe danneggiare gravemente le aziende statunitensi operanti in Europa e influenzare negativamente anche le relazioni commerciali bilaterali.

Divergenze politiche interne: Salvini contro Tajani

In Italia, il dibattito interno sulla strategia da adottare nei confronti degli Stati Uniti sta creando frizioni tra i leader politici. Matteo Salvini sostiene che Roma dovrebbe condurre trattative dirette con Washington per modificare quelle che definisce “politiche suicide dell’UE“. Dall’altra parte, Antonio Tajani insiste sulla necessità di coordinarsi con gli alleati europei per evitare danno alle imprese italiane attraverso negoziati privati non autorizzati.

Questa divergenza ha portato a scambi accesi all’interno della maggioranza governativa. Claudio Borghi ha criticato Tajani affermando che non ci sarebbe competenza europea nel gestire queste trattative e suggerendo invece un approccio bilaterale diretto con gli USA.

Ritorsioni economiche: la risposta dell’Europa agli USA

Il Financial Times riporta anche che Francia e Germania hanno sollecitato la Commissione Europea ad adottare misure punitive contro gli Stati Uniti in risposta ai nuovi dazi imposti su beni per un valore totale stimato di 360 miliardi di euro. Durante un recente incontro fra ambasciatori dei Paesi membri dell’UE, Spagna e Belgio hanno espresso supporto all’utilizzo dello strumento anti coercizione come forma di ritorsione.

Per procedere nell’attivazione dello strumento è necessaria una maggioranza qualificata degli stati membri; ciò significa ottenere il consenso da almeno 15 Paesi su 27 rappresentanti almeno il 65% della popolazione dell’Unione Europea. L’Italia gioca quindi un ruolo cruciale nel determinare l’esito finale della votazione poiché potrebbe essere uno dei principali oppositori insieme a Romania, Grecia e Ungheria.

La reazione cauta della Meloni sui dazi americani

Nonostante le pressioni esterne ed interne, Giorgia Meloni non ha ancora preso una posizione definitiva sul tema dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Recentemente ha descritto tali misure come “sbagliate”, ma ha anche avvertito riguardo al rischio d’escalation delle tensioni commerciali globalmente dannose per tutti i soggetti coinvolti.

Meloni ha sottolineato l’importanza del dialogo pacifico piuttosto che aumentare ulteriormente le tariffe già esistenti; tuttavia rimane sotto osservazione mentre i diplomatici avvertono che se i negoziati non dovessero progredire nelle prossime settimane potrebbero esserci richieste più fortemente indirizzate verso azioni ritorsive nei confronti degli USA.

Concludendo questa fase complessa delle relazioni internazionali italiane ed europee sarà fondamentale monitorare attentamente lo sviluppo delle discussioni sui nuovi elenchi dei prodotti soggetti a contraddazi previsti dalle autorità comunitarie nei prossimi giorni.