Sciopero sindacale al Teatro Carlo Felice: i lavoratori chiedono equità salariale

I lavoratori del Teatro Carlo Felice di Genova annunciano uno sciopero per protestare contro il disagio salariale e la gestione delle risorse umane, chiedendo un adeguamento dei compensi e migliori condizioni lavorative.
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Sciopero sindacale al Teatro Carlo Felice: i lavoratori chiedono equità salariale - Socialmedialife.it

I lavoratori del Teatro Carlo Felice di Genova, riuniti in assemblea sindacale, hanno espresso la loro ferma decisione di scioperare su tutte le prime rappresentazioni fino al termine della stagione, inclusi gli eventi programmati ai Parchi di Nervi. La votazione, che ha visto un'adesione unanime tra i membri di Slc Cgil Genova e Snater, è stata ufficializzata tramite una nota e una lettera inviata ai vertici del Teatro, tra cui il sovrintendente Claudio Orazi e il direttore del personale Paolo Bibolini, con copia indirizzata ai rappresentanti del Consiglio di Indirizzo e al presidente della Regione Liguria, Marco Bucci.

Motivi dello sciopero: il disagio salariale

Le ragioni che hanno portato a questa mobilitazione sindacale sono legate a un diffuso disagio salariale, denunciano i sindacati. Nonostante i ripetuti solleciti giunti ai tavoli di confronto, i lavoratori hanno dovuto attendere a lungo una risposta ufficiale da parte delle istituzioni competenti. Con la lettera indirizzata ai dirigenti del Teatro, i sindacati hanno voluto ribadire che la loro richiesta non proviene da una mera polemica, ma è fondata su dati oggettivi.

In particolare, i rappresentanti sindacali rilevano come l’elevata produttività della Fondazione, che è una fonte di orgoglio per il Teatro stesso e per la città di Genova, non vada di pari passo con i salari dei dipendenti, che risultano tra i più bassi delle Fondazioni Lirico Sinfoniche italiane. La contraddizione tra una performance artistica di eccellenza e una retribuzione inadeguata si presenta così come uno sfondo di frustrazione per i lavoratori, che chiedono un adeguamento ai compensi, in linea con il livello di impegno e professionalità richiesti.

La gestione delle risorse umane del Teatro

In merito alla gestione delle risorse umane, il documento evidenzia anche un uso limitato del personale rispetto agli stessi titoli presentati nell'ultimo decennio. Pur definendo "elevata" la produttività, i sindacati lamentano che questo sia avvenuto a fronte di una riduzione del numero di lavoratori disponibili. Evidenziano, dunque, come la gestione prudente delle spese da parte della direzione non abbia tenuto conto delle reali necessità operative del Teatro, creando un dislivello tra la qualità delle produzioni e il numero di dipendenti attualmente in servizio.

Le critiche includono anche l'arbitraria mancata erogazione dei buoni pasto, che secondo quanto previsto dall'Accordo Aziendale in essere, devono essere garantiti. Inoltre, i sindacati segnalano l'utilizzo di accordi di flessibilità che non comportano costi, evidenziando come ciò influisca negativamente sulla vita lavorativa dei dipendenti. Infine, restano irrisolti i problemi relativi agli strumenti di Apporto Capitale e all'indennità di turni, aggiungendo altre ragioni al malcontento generale.

La tensione è palpabile e il pronto intervento delle autorità locali si rende sempre più necessario per trovare un punto d'incontro e garantire un dialogo costruttivo tra i lavoratori e la direzione del Teatro Carlo Felice. Con l'aumento del numero di spettatori e il richiamo a eventi importanti, è cruciale che si risolva questa impasse, garantendo il giusto riconoscimento a chi contribuisce ogni giorno alla vita artistica della città.

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