“La vita da grandi” è un film che affronta il tema dell’autismo in modo autentico, ispirato alla storia reale di due fratelli. Diretto dall’esordiente Greta Scarano, il film esplora le dinamiche familiari attraverso la musica rap e i legami tra i protagonisti. Con attori talentuosi, tra cui Matilda De Angelis e Yuri Tuci, la pellicola promette di offrire uno sguardo sincero sulle sfide quotidiane delle persone con disabilità.
I protagonisti del film
Il cast di “La vita da grandi” è composto da attori che portano sullo schermo personaggi profondamente umani. Matilda De Angelis interpreta Irene, mentre Yuri Tuci veste i panni di Omar. La madre Piera è interpretata da Maria Amelia Monti e Paolo Hendel interpreta Walter, il padre assente nella vita dei due protagonisti. Altri membri del cast includono Ariella Reggio nel ruolo della zia Marilù e Gloria Covo come nonna Cleta.
Omar vive a Rimini ed è autistico; non ha intenzione di lasciare la sua casa per andare a vivere con Irene quando i genitori non ci saranno più. La loro relazione si sviluppa in un contesto familiare complesso ma ricco di emozioni, dove entrambi cercano la propria indipendenza e felicità.
La trama del film
La narrazione si apre con Irene che riceve una telefonata dalla madre riguardo a un esame medico imminente. Tornando a casa dopo anni trascorsi lontana dal fratello Omar, scopre che lui ha 40 anni ed è determinato a diventare famoso come rapper. Nonostante le difficoltà familiari rappresentate dalla figura assente del padre e dalle eccentricità della nonna e della zia, i due fratelli decidono di dimostrare al mondo – ma soprattutto a se stessi – di essere adulti capaci.
Il patto tra Irene e Omar diventa il fulcro della storia: entrambi vogliono affermare la propria identità al di là delle etichette sociali legate all’autismo o alle aspettative familiari.
La vera storia dietro “La vita da grandi”
Ispirato ai veri Terconauti – Damiano e Margherita Tercon – il film trae spunto dal libro “Mia sorella mi rompe le palle”, pubblicato nel 2020. Questo racconto autobiografico ha catturato l’attenzione della regista Greta Scarano durante il periodo pandemico; l’idea era quella di portare sul grande schermo una realtà spesso trascurata nei media mainstream.
I Terconauti hanno guadagnato notorietà grazie alla loro partecipazione a Italia’s Got Talent prima ancora dell’uscita del libro. Il progetto cinematografico mira ad amplificare le loro esperienze personali per mostrare come l’autismo possa essere parte integrante ma non definitoria dell’identità individuale.
L’approccio diretto della regista
Greta Scarano ha dichiarato che ciò che l’ha colpita nella storia dei Terconauti era la capacità degli autori di trattare temi complessi come l’autismo senza cadere nei clichés tipici associati alla malattia o alle disabilità in generale. Ha voluto realizzare un’opera cinematografica capace sia di intrattenere sia far riflettere sugli aspetti emotivi delle relazioni fraterne influenzate dall’autismo.
In questo senso, “La vita da grandi” si propone come un racconto empatico: attraverso momenti comici ed emozionanti riesce ad avvicinare lo spettatore alla realtà quotidiana dei disabili senza mai dimenticare l’importanza delle relazioni umane fondamentali per ogni individuo.
Un messaggio universale oltre la disabilità
Nonostante tratti tematiche legate all’autismo, Greta Scarano sottolinea come il suo lavoro vada oltre questa condizione specifica; vuole raccontare storie universali su sentimenti umani profondi quali amore fraterno, desiderio d’indipendenza e ricerca dell’identità personale in contesti difficili.
Concludendo questa analisi sulla pellicola emerge chiaramente quanto sia importante dare voce alle esperienze dirette delle persone coinvolte nelle storie narrate sul grande schermo: solo così si può sperare in una rappresentazione autentica delle diversità presenti nella società contemporanea.