Il 21 febbraio scorso, si è svolto un incontro dedicato alla relazione tra arte e scienza, con la partecipazione di Marco Ruini, neurologo, neurochirurgo e artista. L’evento ha avuto luogo a Novellara ed è stato caratterizzato da una riflessione profonda su come questi due mondi possano intersecarsi e influenzarsi reciprocamente.
L’ibridazione della cultura secondo Marco Ruini
Marco Ruini ha aperto l’incontro sottolineando che “ogni aspetto della cultura è ibrido”. Questa affermazione mette in luce l’importanza di considerare le connessioni tra diverse discipline come arte, scienza, filosofia, storia e metafisica. Le opere di Ruini sono un esempio tangibile di questa fusione; i suoi quadri non solo catturano l’estetica visiva ma raccontano anche storie legate alla curiosità umana per l’ignoto. Durante la presentazione delle sue opere, il pubblico ha potuto apprezzare come ogni dipinto rappresenti un dialogo continuo fra le emozioni umane e i principi scientifici.
Una delle opere esposte durante l’incontro simboleggiava la fragilità degli esseri viventi. Questo tema ricorrente nelle creazioni artistiche di Ruini invita a riflettere sulla bellezza intrinseca della vita stessa. La sua capacità di tradurre concetti complessi in forme visive accessibili permette agli spettatori di avvicinarsi a questioni profonde attraverso una lente artistica.
Lezione di anatomia: il cervello umano
Successivamente all’esposizione artistica, Marco Ruini ha utilizzato un modellino anatomico del cervello per condurre una lezione interattiva sull’anatomia umana. Ha spiegato che il cervello rappresenta il culmine miliardario dell’evoluzione biologica ed è composto da circa 85 miliardi di neuroni che lavorano incessantemente per trasmettere informazioni al corpo umano.
Ruini ha descritto le tre principali aree del cervello: la neocorticale responsabile della razionalità; la limbica che regola emozioni fondamentali; e quella rettiliana che gestisce sensazioni primarie come olfatto, gusto e tatto. Queste informazioni hanno colpito i partecipanti poiché evidenziano quanto sia complesso ma affascinante il funzionamento del nostro organo principale.
Inoltre, si è soffermato sulla divisione funzionale dei due emisferi cerebrali: quello sinistro tende ad essere più analitico mentre quello destro favorisce processi creativi. Questa distinzione offre spunti interessanti su come gli individui possano sviluppare talenti diversi in base alle loro predisposizioni neurologiche.
La sorprendente intelligenza delle piante
Un altro punto saliente dell’incontro è stata la rivelazione riguardo alle piante: secondo Ruini anche esse possiedono una forma primitiva d’intelligenza simile a quella cerebrale degli animali. Ha spiegato come questi organismi percepiscano attivamente l’ambiente circostante attraverso le radici ed abbiano capacità sorprendenti nel riconoscere variazioni nel colore del cielo o nella qualità dell’aria.
Questa informazione ha suscitato grande interesse nei presenti poiché sfida alcune concezioni tradizionali sull’intelligenza biologica limitata agli animali superiori o all’uomo stesso. Il discorso sulle piante si inserisce perfettamente nel contesto dell’incontro dove arte e scienza convergono per offrire nuove prospettive sul mondo naturale.
L’intervento di Marco Ruini non solo ha arricchito i partecipanti con nozioni scientifiche ma li ha anche invitati a considerare quanto sia interconnessa ogni forma d’espressione culturale nella nostra società contemporanea.