Il 28 marzo 2025, un terremoto di magnitudo 7.7 ha colpito il Myanmar, con epicentro nei pressi di Mandalay. La scossa è stata seguita da un’altra forte tremore di magnitudo 6.4, generando preoccupazione per la sicurezza della popolazione e l’integrità delle infrastrutture nella regione. Questo evento sismico si è verificato lungo una faglia trascorrente tra le placche indiana ed eurasiatica, evidenziando il rischio sismico associato a queste strutture geologiche.
La faglia di Sagaing e il suo potenziale sismico
La faglia di Sagaing è una delle più significative del Myanmar e si estende per oltre 1.200 chilometri, collegando il margine divergente nel Mare delle Andamane con la zona di collisione continentale lungo l’Himalaya. Questa struttura geologica attraversa aree densamente popolate come Mandalay, Naypyidaw e Yangon ed è stata definita una “superstrada delle faglie sismiche” per la sua capacità di generare terremoti potenti.
Le faglie trascorrenti sono caratterizzate da fratture in cui porzioni della crosta terrestre scorrono lateralmente rispetto all’altra. Nel caso del terremoto del 28 marzo, i dati preliminari indicano che la faglia responsabile potrebbe essere proprio quella di Sagaing o una sua parallela appartenente alla stessa famiglia geologica. Queste strutture rappresentano una minaccia significativa per le comunità locali a causa dell’elevato potenziale sismico che possono esprimere.
L’analisi della storia geologica della zona ha rivelato che lungo questa faglia avviene un movimento relativo tra la placca indiana e quella della Sonda stimato in circa 18 mm all’anno. Questo continuo movimento contribuisce ad accumulare stress nelle rocce circostanti fino al punto in cui viene liberato durante eventi sismici come quello recentemente registrato.
Storia degli studi sulla faglia
La presenza della faglia di Sagaing fu documentata inizialmente agli inizi del XX secolo; tuttavia, solo dagli anni ’70 gli studi geofisici hanno confermato il suo ruolo cruciale nella dinamica sismica regionale. Le ricerche condotte nel corso degli anni hanno messo in luce non solo l’estensione fisica della struttura ma anche i meccanismi attraverso cui essa interagisce con le placche tettoniche circostanti.
Studi recenti hanno fornito informazioni dettagliate sulle sezioni specifiche della faglia e sul loro comportamento durante eventi passati significativi. Questi dati sono fondamentali per comprendere meglio i rischi associati ai terremoti nella regione e sviluppare strategie adeguate per mitigare gli effetti devastanti su persone e beni materiali.
Sezioni attive della faglia
La faglia di Sagaing può essere suddivisa in diverse sezioni ognuna con caratteristiche proprie sia dal punto di vista geologico che sismico. La sezione meridionale comprende segmenti come Bago, Pyu e Naypyidaw ed è stata teatro negli ultimi decenni di numerosi eventi distruttivi; uno dei più significativi fu la sequenza sismica tra il 1929 e il 1931 che causò gravi danni alle infrastrutture locali insieme a perdite umane considerevoli.
Al contrario, la sezione settentrionale presenta una rete complessa formata da molteplici piccole faglie secondarie derivate dalla principale; questa area ha registrato eventi storici notevoli quali i terremoti del 1906 e del 1908 ma continua ad essere monitorata attentamente poiché presenta ancora un potenziale significativo non completamente espresso.
Questa diversificazione nelle caratteristiche delle varie sezioni rende difficile prevedere quando si verificheranno nuovi eventi distruttivi ma sottolinea l’importanza dell’osservazione continua da parte degli esperti nel campo dell’ingegneria civile così come dei servizi emergenziali locali al fine di prepararsi adeguatamente a futuri scenari critici.