Gli huthi rivendicano attacchi contro una portaerei statunitense nel mar Rosso: escalation in Yemen

L’escalation del conflitto in Yemen vede i ribelli huthi attaccare forze statunitensi nel Mar Rosso, in risposta a raid aerei americani, aggravando la crisi umanitaria e le tensioni geopolitiche.
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Recentemente, il conflitto in Yemen ha visto un’escalation marcata, con i ribelli huthi che hanno rivendicato attacchi mirati contro forze statunitensi nel mar Rosso. Tali attacchi sono avvenuti in risposta a raid aerei condotti dagli Stati Uniti contro obiettivi in Yemen. Questo nuovo sviluppo mette in evidenza le tensioni regionali e le complesse dinamiche geopolitiche che coinvolgono l’Iran e gli Stati Uniti in questa area del mondo.

Il contesto degli attacchi

Il 16 e il 17 marzo, gli huthi hanno dichiarato di aver lanciato una serie di attacchi contro la portaerei americana USS Harry Truman e le navi da guerra associate. I ribelli, che controllano vaste aree del Yemen, inclusa la capitale Sanaa, hanno affermato di aver utilizzato diciotto missili e droni per colpire le forze statunitensi. Questo atto è considerato una risposta diretta ai raid aerei statunitensi a Sanaa, avvenuti il 15 marzo, che hanno provocato un alto numero di vittime tra i civili, comprese donne e bambini.

Le autorità locali hanno confermato che almeno 53 persone sono state uccise e altre 98 ferite in questi attacchi aerei. L’ormai nota disputa tra huthi e forze sostenute da altre potenze, compresi gli Stati Uniti, ha alimentato la violenza nel paese, dove la popolazione soffre di una crisi umanitaria senza precedenti a causa di conflitti prolungati e blocchi. Il leader huthi, Abdel Malek al Huthi, ha invitato la popolazione a mobilitarsi in modo massiccio per protestare contro le offensive americane, esortando “milioni” di yemeniti a unirsi a manifestazioni.

La risposta di Washington e delle Nazioni Unite

In seguito agli attacchi, il comando centrale degli Stati Uniti ha confermato che sono in corso operazioni contro i ribelli huthi, etichettati come “terroristi” e sostenuti dall’Iran. Tuttavia, il Pentagono non ha confermato formalmente gli attacchi subiti dalla portaerei, lasciando in dubbio le dimensioni dei danni riportati. Alcuni rapporti suggeriscono che gli huthi abbiano anche rivendicato ulteriori attacchi durante la notte, colpendo una fabbrica nella regione di Hodeida e il comando di una nave precedentemente catturata.

Di fronte a tale escalation, le Nazioni Unite hanno lanciato una richiesta urgente affinché entrambe le parti, Stati Uniti e gli huthi, astenessero da ulteriori azioni militari che potrebbero aggravare la già fragile situazione umanitaria. L’invito degli organismi internazionali sottolinea la necessità di procedere verso una risoluzione pacifica del conflitto, tentando di evitare ulteriori sofferenze per la popolazione civile.

La reazione dell’Iran

In questo contesto di tensioni altissime, il coinvolgimento dell’Iran diventa sempre più rilevante. Gli huthi hanno ricevuto supporto logistico e, possibilmente, militare dall’Iran, il quale gioca un ruolo significativo nel conflitto yemenita. La Repubblica Islamica ha denunciato gli attacchi statunitensi e il proprio coinvolgimento in Yemen come una violazione della sovranità nazionale yemenita. Le dichiarazioni recenti da Teheran rimarcano una posizione di opposizione agli interventi esterni, accusando gli Stati Uniti di contribuire a un conflitto di lungo corso a scapito della popolazione locale.

L’escalation di tensioni, insieme alle reazioni da parte di vari attori internazionali, potrebbe influenzare il futuro della diplomazia in Medio Oriente, dove le dinamiche tra Stati Uniti, Iran e i ribelli huthi continuano a evolversi. Il conflitto yemenita, già complesso, è amplificato da questi eventi, segnalando un possibile inasprimento della crisi che ha colpito milioni di persone nel paese.

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