L’Università di Udine presenta una replica di un bassorilievo assiro: un legame tra passato e futuro

L’Università di Udine inaugura una mostra con una replica in scala naturale di un bassorilievo assiro, evidenziando l’importanza dell’archeologia e delle tecnologie moderne nella comprensione delle civiltà antiche.
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L’Università di Udine ha inaugurato oggi a Palazzo Antonini una mostra che espone la replica in scala naturale di un bassorilievo assiro, frutto delle ricerche condotte nel Kurdistan iracheno. Questo evento sottolinea l’importanza dell’archeologia come disciplina fondamentale per comprendere le civiltà antiche e il loro impatto sul presente. La replica è stata realizzata grazie a tecnologie moderne e rappresenta uno dei principali risultati del progetto “Terre di Ninive”, che ha portato alla luce importanti scoperte archeologiche.

L’importanza della scoperta archeologica

La replica esposta all’Università è basata su uno dei tredici bassorilievi rinvenuti durante gli scavi del 2019, risalenti al VII secolo a.C., che decoravano un antico canale d’irrigazione utilizzato per l’agricoltura intorno all’antica Ninive, capitale dell’impero assiro. Questa scoperta ha avuto un impatto significativo nel campo dell’archeologia, tanto da valere agli studiosi coinvolti il premio “Khaled al-Asaad” per la più importante scoperta archeologica dell’anno.

L’assessore regionale all’Istruzione, Università e Ricerca Alessia Rosolen ha evidenziato come questo progetto dimostri la capacità dell’Ateneo friulano di combinare studi tradizionali con metodologie innovative. La sua presenza alla cerimonia d’inaugurazione testimonia anche il supporto istituzionale verso iniziative culturali che promuovono la conoscenza storica.

Dettagli sulla realizzazione della replica

La copia del bassorilievo è stata creata dall’artista friulana Serena Del Piccolo attraverso un processo tecnologico avanzato. Utilizzando scansioni laser dettagliate, Del Piccolo ha trasformato i dati in file digitali prima di procedere con la stampa 3D delle formelle. Questo approccio non solo preserva l’integrità artistica del pezzo originale ma permette anche una fruizione più ampia da parte del pubblico.

L’esposizione si trova nel secondo atrio di Palazzo Antonini ed è accompagnata fino al 28 aprile da una mostra fotografica e da visite virtuali tramite QR code. Queste iniziative mirano ad approfondire la comprensione del sistema irriguo assiro e dei suoi straordinari rilievi artistici.

Collaborazioni istituzionali e progetti futuri

Alla presentazione erano presenti diverse figure chiave nell’ambito culturale locale, tra cui il rettore Roberto Pinton e altri rappresentanti delle istituzioni educative locali. La Regione Friuli Venezia Giulia si impegna a sostenere attivamente le attività didattiche e scientifiche dell’Università, riconoscendo l’importanza della ricerca archeologica nella costruzione della cultura contemporanea.

Attualmente l’Università conta circa dodici progetti archeologici attivi in vari contesti internazionali, incluso uno scavo significativo nel Peloponneso legato all’epoca micenea. Questi progetti non solo arricchiscono il patrimonio culturale italiano ma offrono anche opportunità pratiche agli studenti coinvolti nelle ricerche sul campo.

La mostra rappresenta quindi non solo una celebrazione delle conquiste passate ma anche uno stimolo per future esplorazioni nell’ambito della storia antica attraverso metodi innovativi.