Aumento delle pensioni assistenziali in Italia: i dati dell’Inps per il 2024

Nel 2024, l’Inps registra un aumento delle pensioni assistenziali, che raggiungono quasi il 50% del totale. Le disparità regionali evidenziano differenze socio-economiche significative nel sistema previdenziale italiano.
Aumento delle pensioni assistenziali in Italia: i dati dell'Inps per il 2024 - Socialmedialife.it

Nel 2024, l’Inps ha registrato un significativo incremento delle prestazioni pensionistiche assistenziali, che ora rappresentano quasi la metà del totale. Con oltre 1,4 milioni di nuove pensioni erogate, il quadro evidenziato dall’Osservatorio dell’Istituto mostra un cambiamento nelle dinamiche del sistema previdenziale italiano. Questo articolo analizza i dettagli e le implicazioni di queste statistiche.

Crescita delle prestazioni assistenziali

Nel corso del 2024, l’Inps ha liquidato un totale di 1.434.086 nuove pensioni. Di queste, il 49,3% è classificabile come assistenziale mentre il restante 50,7% è di natura previdenziale. Questa leggera crescita della percentuale di prestazioni assistenziali rispetto all’anno precedente indica una tendenza in aumento verso forme di sostegno economico più dirette per le fasce più vulnerabili della popolazione.

L’importo annualizzato stanziato per questi nuovi trattamenti ammonta a circa 15 miliardi di euro. L’analisi dei dati rivela che attualmente ci sono circa 17 milioni di prestazioni pensionistiche monitorate da l’Inps; tra queste ben il 76% sono previdenziali e solo il restante quarto è costituito da prestazioni assistenziali.

Un dato interessante riguarda la distribuzione geografica delle pensioni: nel Mezzogiorno si registra una maggiore incidenza delle invalidità civili con ben otto assegni ogni mille residenti rispetto ai quattro del Nord Italia. Questo divario evidenzia non solo differenze socio-economiche ma anche necessità diverse tra le varie regioni italiane.

Costi e sostenibilità del sistema previdenziale

Secondo quanto riportato dall’Osservatorio Inps al primo gennaio 2025, le spese annue totali per tutte le tipologie di pensione ammontano a circa 253 miliardi di euro; dei quali oltre 226 miliardi riguardano specificamente le gestioni previdenziali e circa 27 miliardi quelle assistenziali. La maggior parte dei costi gravano sulle gestioni dei dipendenti privati: infatti quasi la metà delle pensioni proviene da questa categoria.

Questi numeri pongono interrogativi sulla sostenibilità futura del sistema previdenziale italiano alla luce dell’invecchiamento della popolazione e della crescente richiesta d’assistenza sociale da parte degli individui con disabilità o in difficoltà economica.

Pensionamenti anticipati e distribuzione demografica

Un altro aspetto rilevante emerso dai dati riguarda la modalità con cui vengono erogate molte delle pensioni vigenti al primo gennaio scorso: ben il 59% risulta essere stato liquidato in forma anticipata o come anzianità contributiva. Di questo gruppo significativo, oltre 73% degli aventi diritto sono uomini; ciò suggerisce una disparità nei modelli lavorativi tra i generi che potrebbe richiedere ulteriormente attenzione da parte degli enti competenti nel settore sociale ed economico.

La Calabria si distingue come regione con la maggiore incidenza pro capite di assegni sociali ogni mille residenti , seguita dalle altre regioni meridionali dove si nota una concentrazione elevata anche nelle altre forme d’assistenza legate all’invalidità civile.

Disparità regionali nell’erogazione delle invalidità civili

All’inizio dell’anno corrente risultano attive oltre 3 milioni e mezzo d’erogazioni destinate agli invalidì civili; l’incidenza varia notevolmente a seconda della zona geografica: nel Mezzogiorno si raggiungono valori pari a 80 assegni ogni mille abitanti mentre al Nord tale cifra scende drasticamente a 40 assegni ogni mille residenti e conferma così un trend preoccupante relativo alle disuguaglianze sociali e territoriali nella distribuzione dei beneficiari.

Le statistiche mostrano chiaramente che nonostante gli sforzi compresi nei programmi governativi volti ad affrontare tali disparità esistono ancora significative differenze nell’accesso alle risorse pubbliche destinate ai cittadini italiani più vulnerabili.