Oggi, il Beato Rosario Angelo Livatino, considerato il primo magistrato elevato agli onori degli altari, verrà spostato dalla cappella di famiglia nel cimitero di Canicattì a una nuova cappella all’interno della chiesa di Santa Chiara. Questo evento, pianificato dall’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, segna un momento significativo per la comunità locale e per la Chiesa, sottolineando il legame tra legalità e fede nel contesto della lotta contro la mafia. Ucciso dai sicari della Stidda il 21 settembre 1990 all’età di 38 anni, Livatino è stato una figura emblematica nella difesa della giustizia e della verità.
La figura di Rosario Angelo Livatino
Nato a Canicattì nel 1952, Rosario Livatino si distinse fin dalla giovane età per il suo senso della giustizia e la sua fedeltà ai principi cristiani. Sposato con la fede e il dovere, rifiutò di ricevere la scorta, temendo che la sua sicurezza potesse mettere a rischio la vita degli altri. La sua vita fu tragicamente interrotta il 21 settembre 1990, quando, mentre si recava al lavoro, fu assassinato alla guida della sua auto. In quel drammatico momento, Livatino si rivolse ai suoi assassini chiedendo “Picciotti, che cosa vi ho fatto?”, un grido di incredulità che echeggia ancora nel cuore della comunità. La sua morte, avvenuta “in odium fidei”, evidenzia il sacrificio di un uomo che ha creduto fermamente nel suo ruolo di magistrato e nel suo impegno per la giustizia.
La causa di beatificazione
La causa di beatificazione di Livatino è stata avviata nel 1992 e, il 9 maggio 2021, è stato ufficialmente dichiarato beato. Si tratta di un riconoscimento significativo che non solo onora la sua memoria, ma rappresenta anche un simbolo di speranza per coloro che continuano a combattere contro la mafia e per una Sicilia libera dalla violenza e dall’illegalità. Monsignor Vincenzo Bertolone, postulatore della causa di beatificazione, ha descritto Livatino come “un piccolo Davide contro il Golia Cosa Nostra”, evocando forti immagini di lotta e determinazione.
Traslazione delle spoglie: un evento che unisce
La traslazione delle spoglie di Livatino da Canicattì alla chiesa di Santa Chiara è un gesto carico di significato. Le parole di don Giuseppe Pontillo, delegato episcopale di Agrigento, evidenziano l’importanza spirituale dell’evento per la comunità e per la Chiesa. La comunità di Canicattì e quella diocesana hanno preparato questo momento con grandissima attenzione, non solo per onorare il Beato, ma anche per affermare i valori di legalità e giustizia che lui ha rappresentato. Durante il pellegrinaggio, gli abitanti di Canicattì e Agrigento si uniranno nella preghiera, rendendo omaggio a una figura che trascende il confine tra fede e giustizia civile.
La chiesa di Santa Chiara è scelta anche per la sua capacità di accogliere un gran numero di pellegrini. Don Pontillo ha spiegato che questa chiesa, sebbene di moderna costruzione e situata alla periferia, rappresenta un passo verso un’immagine di Chiesa che esce dai tradizionali schemi. L’idea è quella di rendere accessibile la figura del Beato a tutti, anche a coloro che non si ritengono parte della comunità ecclesiale.
Un mausoleo per il Beato Livatino
Le spoglie del Beato Livatino troveranno posto all’interno di un mausoleo semplice, in marmo, accompagnato dalle palme del martirio che simboleggiano il suo sacrificio. Questo design richiama un reliquiario che ha viaggiato in diverse città d’Italia, sottolineando il profondo legame tra il Vangelo e il codice penale, che ha ispirato la vita e le scelte di Livatino. Don Pontillo ha aggiunto che spetterà all’ordinario diocesano decidere la modalità di esposizione del corpo alla venerazione pubblica, rendendo possibile che i fedeli possano omaggiare il Beato durante tempi specifici dell’anno.
Il momento della traslazione rappresenta non solo un atto di culto, ma un richiamo alla responsabilità civica in una Sicilia che continua a fare i conti con la mafia e l’illegalità. La figura di Rosario Livatino, oggi più che mai, è un esempio di come la legalità e la fede possano andare di pari passo nella costruzione di una società migliore.