Il libro “Il mondo è una prigione” di Guglielmo Petroni, considerato un classico della narrativa sulla Resistenza italiana, è pronto a tornare in libreria il 25 aprile, in coincidenza con l’ottantesimo anniversario della Liberazione. Questa nuova edizione, pubblicata da La Nave di Teseo, porta in primo piano un’opera che, grazie alla sua ricchezza di contenuti e alla capacità di rivisitare la storia, offre molteplici spunti di riflessione. La prefazione di Alessandro Portelli sottolinea come leggere l’opera oggi possa rivelarsi un’esperienza profondamente diversa da quella di chi l’ha affrontata nel dopoguerra. A fianco del volume di Petroni, verrà pubblicato anche “Le lettere da Santa Margherita”, che raccoglie scritti significativi della vita dell’autore.
Una nuova edizione per un classico successo
La nuova edizione di “Il mondo è una prigione” ha l’intento di rinnovare l’interesse per un’opera fondamentale della letteratura italiana. Petroni, attraverso il racconto della sua esperienza nella Resistenza e della prigionia, affronta temi di grande attualità, rendendo il libro rilevante anche per le nuove generazioni. La prefazione di Portelli incoraggia i lettori a esplorare diversi livelli di lettura, suggerendo che l’opera può essere interpretata non solo come un reportage sulla guerra, ma anche come una riflessione profonda sul nostro presente e sulle sfide sociali e morali che affrontiamo.
In concomitanza con l’uscita del libro, si ricorda anche la selezione di “Scritti morali”, un progetto che documenta il percorso di crescita e di coscienza politica-sociale di Petroni, permettendo di apprezzare la sua evoluzione come intellettuale. Questi scritti tracciano la sua storia, dalla gioventù nel 1930 fino al 1986, quando divenne presidente onorario dell’ANPI.
La diffusione dell’opera e l’interesse crescente
Il 2025 rappresenta un anno cruciale non solo per l’uscita della nuova edizione di “Il mondo è una prigione”, ma anche per la traduzione del libro in francese, che verrà pubblicato dalle Edition Conference, allargando così il raggio d’azione dell’opera al di fuori dei confini italiani. Inoltre, in questi mesi, si è conclusa a Lucca una mostra dedicata a Guglielmo Petroni, intitolata “Il segno e la parola”, che ha esplorato non solo la sua carriera letteraria, ma anche i suoi esordi come pittore e critico d’arte. La mostra ha fatto da cornice a vari eventi di studio e ha incluso concorsi per scuole superiori, mostrando come la figura di Petroni continui a stimolare interesse e dibattito nelle nuove generazioni.
La vita di Guglielmo Petroni: dalle origini alla Resistenza
Guglielmo Petroni nacque a Lucca nel 1911, provenendo da una famiglia molto povera che lo costrinse ad abbandonare gli studi dopo le elementari. La sua vita subì una svolta significativa grazie all’incontro con lo scultore Gaetano Scapecchi, il quale lo introdusse al mondo dell’arte. Funge da catalizzatore per un percorso che lo porterà a diventare non solo uno scrittore, ma anche un personaggio di rilievo nella vita culturale italiana. Le sue amicizie con figure importanti come Montale, Gadda e Malaparte arricchirono il suo bagaglio culturale e ne fornirono stimoli creativi.
Nel 1940, la sua carriera editoriale prese forma con la costituzione del comitato di redazione di “La ruota“. La sua adesione alla Resistenza si concluse con l’arresto da parte dei nazisti e la successiva prigionia presso il carcere delle SS di via Tasso a Roma. Le sue esperienze di tortura e la lotta per la libertà sono il cuore pulsante di “Il mondo è una prigione“, dove le riflessioni sulla vita e la società si intrecciano con la sua lotta personale.
Un’eredità letteraria duratura
Dopo la guerra, Petroni diventò caporedattore de “La Fiera Letteraria” e collaborò attivamente con pensatori influenti come Ignazio Silone. Il suo passaggio alla Rai culminò nel ruolo di caporedattore cultura del GR2, dove contribuì a promuovere la cultura e la letteratura italiana. Tra le sue opere principali, figurano “La casa si muove“, “Noi dobbiamo parlare” e “Il colore della terra“, fino ad arrivare a “Il nome delle parole“, evidenziando la sua continua ricerca e riflessione sull’essere umano e la sua condizione. L’eredità di Petroni non si limita alla letteratura; si estende a un impegno civile che continua a ispirare lettori e scrittori anche a distanza di anni dalla sua scomparsa.