La facoltà di medicina dell’università cattolica promuove la speranza durante il giubileo

Il convegno “La Speranza nella cura” all’Università Cattolica di Roma ha esplorato il ruolo della medicina nella fragilità sociosanitaria e in Africa, promuovendo umanità e solidarietà tra operatori sanitari.
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Un’importante iniziativa ha avuto luogo nei giorni 12 e 13 marzo presso la sede di Roma dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, un evento che ha dato voce a progetti dedicati a fragilità sociosanitarie e alla situazione in Africa. Questo convegno, parte dell’Iniziativa di Ateneo sulla Speranza in concomitanza con l’Anno del Giubileo, ha cercato di mettere in risalto come la medicina possa svolgere un ruolo cruciale nella costruzione di una società più solidale e consapevole. L’arcivescovo Nunzio Galantino ha sottolineato come la fragilità, anziché essere vista come una minaccia, possa rivelarsi una compagna di viaggio fondamentale nella formazione di ogni operatore sanitario.

La speranza al centro della medicina

Il convegno intitolato “La Speranza nella cura: un percorso di Fede, Scienza e Umanità” ha riunito esperti e studenti per discutere il ruolo della medicina nella costruzione della speranza. Antonio Gasbarrini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, ha aperto l’evento con un messaggio del rettore Elena Beccalli, enfatizzando l’importanza di questo congresso per l’intera comunità universitaria. “Oggi affrontiamo una responsabilità significativa,” ha affermato Gasbarrini, parlando del compito di medici e operatori sanitari nel fornire segni di speranza a chi soffre. La cura non è solo una questione tecnica ma coinvolge empatia e connessione umana, elementi cruciali per un intervento medico efficace.

Il professor Gasbarrini ha anche annunciato l’istituzione della Commissione Solidarietà all’interno della Facoltà, un organismo che riunisce docenti, studenti e personale per ideare progetti dedicati a chi si trova in situazioni di vulnerabilità. Questa commissione si propone di creare una rete di sostegno e di offrire servizi e supporto a chi ne ha più bisogno. La medicina, pertanto, si presenta come un cammino dove la professionalità e l’umanità si intrecciano, creando un impatto positivo non solo sulla salute fisica, ma anche sul benessere psico-emotivo dei pazienti.

Messaggi di formazione e umanità

Durante il convegno, i relatori hanno presentato interventi stimolanti, tra cui quello di monsignor Claudio Giuliodori, che ha condiviso riflessioni su come la medicina possa servire la speranza. “Questa è una materia fondamentale,” ha commentato Giuliodori, sottolineando l’essenziale connessione tra scienza e umanità. Il suo intervento ha sottolineato l’importanza di guardare oltre le statistiche mediche, riconoscendo che ogni paziente porta con sé una storia unica e una dignità che deve essere sempre rispettata.

Monsignor Galantino ha proseguito con un messaggio forte per gli studenti. “Essere medici vuol dire confrontarsi quotidianamente con la fragilità degli altri, ed è essenziale farlo con umanità e professionalità.” Questo approccio, ha spiegato, viene messo alla prova in un’epoca dove la cura della persona è fondamentale ma non sempre scontata. La fragilità, ha detto, “non deve essere vista come un nemico, ma come una compagna di viaggio.” Questa nuova visione può arricchire il percorso formativo degli studenti, rendendoli consapevoli non solo delle sfide professionali, ma anche del valore del supporto umano.

Simposi e iniziative per l’Africa

La seconda giornata del convegno si è concentrata su progetti specifici legati all’Africa, con sessioni dedicate alla speranza di un cambiamento attraverso la medicina. Tra gli argomenti trattati c’erano la cura integrale dal punto di vista umano, la sostenibilità del sistema sanitario nazionale e le esperienze concrete di trapianti e donazione di organi. Questi simposi hanno reso evidente come la medicina non si fermi al confine geografico, ma si estenda verso un impegno globale.

In particolare, il “Piano Africa” dell’Università Cattolica si propone di integrare gli studi sull’Africa nei programmi educativi e di ricerca. Sono in corso 20 progetti che mirano a fornire assistenza sanitaria e formativa, coinvolgendo direttamente giovani africani e studenti di seconda generazione in Europa. Questo progetto rappresenta un ponte tra diverse realtà e una grande opportunità di apprendimento reciproco.

Al termine del convegno, gli studenti hanno presentato poster illustrativi dei progetti realizzati, tra cui il “Campus Solidale“, una rete di volontariato che promuove attività di assistenza per chi vive in situazioni di fragilità. L’evento ha dunque creato un’importante occasione di scambio e riflessione, enfatizzando quanto la medicina, quando unita alla solidarietà e all’impegno comunitario, possa essere davvero un faro di speranza in un mondo che ha sempre più bisogno di attenzione e cura.

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