Il racconto di Andrea Properzi, noto come “Puciu”, è un esempio di resilienza e determinazione. A seguito di un grave incidente stradale avvenuto il 6 luglio 2023, la vita di Andrea, 53 anni, ha subito un arresto brusco, lasciandolo in uno stato di coma per oltre un mese. La sua storia offre uno sguardo intenso sui processi di recupero e sulla forza dell’amore e dell’amicizia durante i periodi di crisi, sottolineando l’importanza della comunità e delle relazioni umane.
Un incidente devastante e un risveglio difficile
La vita di Andrea è cambiata radicalmente in un attimo. Sportivo e pieno di vita, prima dell’incidente era il capo bagnino a Porto San Giorgio e gestore di uno chalet montano. Dopo un tragicissimo evento, ha dovuto affrontare un periodo di coma nelle strutture del Santo Stefano di Porto Potenza Picena. Al risveglio, le sue condizioni erano critiche: un corpo martoriato e lottava per recuperare capacità fondamentali come alimentarsi da solo. Nonostante questa difficile realtà, Andrea ha trovato la forza interiore per desiderare di tornare alla vita di prima.
Durante il periodo di recupero, Andrea ha ripensato alla sua infanzia e alla sua gioventù, ricordi che lo hanno accompagnato nel recupero. “Ho capito che volevo vivere e tornare ad essere quello che ero”, racconta, sottolineando come la sua volontà di vivere sia rimasta intatta anche di fronte alle avversità.
La sfida del recupero: il quotidiano di Andrea
Oggi, Andrea sta lentamente riprendendo in mano la sua vita. Con grande determinazione, ha iniziato a riconquistare le sue abilità fisiche. “Riesco a stare in piedi da poco”, afferma, pur continuando ad utilizzare la carrozzina. Ha ripreso a nutrirsi autonomamente e si sta impegnando in una routine di attività fisica: piscina, palestra e riabilitazione sono parte fondamentale del suo percorso. Riconosciuto il suo legame con la bicicletta, Andrea desidera ardentemente tornare a pedalare; per lui, rappresenta non solo una passione, ma anche simbolo di libertà.
Con una determinazione incrollabile, racconta dei suoi sforzi per integrare nella routine anche la spesa di bici da spinning, per non perdere la speranza di tornare in sella al più presto.
La rete di supporto: un fattore chiave nella rinascita
Il cammino di Andrea non è solitario: è circondato da persone che lo sostengono. Il legame speciale con suo fratello Frediano emerge chiaramente; lo definisce come un angelo custode, sempre presente nei momenti di difficoltà. Anche se ha recentemente perso il padre, Andrea sente la presenza costante della sua famiglia e degli amici, che non hanno mai smesso di inviargli messaggi di incoraggiamento. “La gente che mi ha voluto bene è parte della mia rinascita”, afferma con gratitudine, sottolineando come ogni gesto di affetto lo abbia ispirato a combattere e a non arrendersi.
Riflessioni e nuovi obiettivi
L’esperienza traumatico ha portato Andrea a riconsiderare le sue priorità. Le relazioni con le persone care, che prima potevano passare inosservate, ora brillano come veri e propri tesori. Un recente incontro con i colleghi bagnini ha riacceso in lui il senso di appartenenza e comunità, affermando che il suo valore non è scomparso con l’incidente.
Guardando al futuro, Andrea ha già in mente dei progetti chiari: tornare a uscire in bicicletta è la sua prima ambizione, ma ha anche il desiderio di scrivere un libro per raccontare la sua storia e ispirare altri. Mostrare come anche nei momenti più gravi ci sia spazio per la speranza è la sua missione. La determinazione di Andrea è una testimonianza di come la forza e il coraggio possano illuminare anche i cammini più difficili, un messaggio che risuona forte in chi lo circonda.