La disputa commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea: nuove misure doganali in arrivo

L’amministrazione statunitense impone dazi al 25% su acciaio e alluminio, scatenando ritorsioni dell’Unione Europea per 26 miliardi di dollari, intensificando le tensioni nella guerra commerciale globale.
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Da mercoledì scorso, i nuovi dazi al 25% imposti dall’amministrazione statunitense sui materiali di acciaio e alluminio importati dall’estero hanno avuto un impatto immediato. Queste misure si estendono a molti prodotti che contengono questi materiali, introducendo rilevanti cambiamenti nel panorama commerciale. Al contempo, l’Unione Europea ha fatto sentire la propria voce, annunciando dazi di ritorsione su un valore complessivo che raggiunge i 26 miliardi di dollari. Questi sviluppi non solo evidenziano le dinamiche della guerra commerciale in corso, ma pongono interrogativi sulle reazioni delle economie globali e sul futuro delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Europa.

I nuovi dazi statunitensi: beni coinvolti e impatti

Mercoledì è entrata in vigore una serie di misure doganali che colpiscono duramente il settore dell’acciaio e dell’alluminio, beni strategici per molte industrie. Oltre a questi metalli, i dazi interessano anche svariate categorie di prodotti che li contengono, come racchette da tennis, biciclette, condizionatori e mobili. Questo scenario si aggiunge a un elenco già lungo di dazi e misure commerciali annunciate dall’amministrazione di Donald Trump. Questi ultimi provvedimenti sono arrivati durante il suo secondo mandato, in un contesto dove le tensioni commerciali sono notevolmente aumentate.

Nel corso del suo primo mandato, Trump aveva già introdotto dazi sull’alluminio, sebbene in misura inferiore . Queste misure iniziali includevano alcune eccezioni, come per l’Australia, e dopo meno di un anno furono eliminate per Canada e Messico. L’amministrazione di Joe Biden aveva poi abrogato i dazi diretti a diversi alleati, in particolare quelli rivolti all’Unione Europea, creando una situazione molto complessa, dove la politica economica è influenzata da scelte strategiche.

Nel 2024, le importazioni statunitensi di ferro e acciaio si sono aggirate sui 31 miliardi di euro, e 27 miliardi di euro per quanto riguarda l’alluminio. Canada e Messico si trovano al primo posto tra i paesi esportatori verso gli Stati Uniti, seguiti dall’Unione Europea, evidenziando l’importanza di questi scambi nel contesto commerciale nordamericano.

La risposta dell’Unione Europea: dazi di ritorsione

L’Unione Europea non è rimasta a guardare di fronte alle recenti decisioni americane. Ha annunciato l’intenzione di applicare dazi di ritorsione su vari prodotti statunitensi, il cui valore complessivo supera i 26 miliardi di dollari. Tra i beni coinvolti vi sono articoli iconici come le moto Harley-Davidson, jeans e bourbon whiskey. Questi dazi entreranno progressivamente in vigore, con la prima fase fissata per il primo aprile 2025. La seconda fase della risposta europea riguarderà beni per un valore di 18 miliardi di dollari, che includono una vasta gamma di prodotti industriali, agricoli e di allevamento, e richiederà l’approvazione dei vari stati membri.

Le misure di ritorsione da parte dell’Unione Europea sono state concepite per controbilanciare le politiche doganali statunitensi, creando uno scenario di tensione economica che potrebbe avere conseguenze durature per entrambe le economie. Nonostante i tentativi di accordo per sospendere o eliminare i dazi, la situazione rimane incerta e il dialogo tra le parti sembra essere complicato.

Le tensioni tra Stati Uniti e Canada: escalation o distensione?

Nel tentativo di risoluzione della guerra commerciale, martedì scorso Donald Trump ha minacciato di aumentare i dazi sull’acciaio e alluminio importati dal Canada al 50%, creando una nuova ondata di preoccupazione. Tuttavia, ha fatto un passo indietro, optando per una maggiore cautela nella gestione della questione. Anche la reazione del governatore dell’Ontario, Doug Ford, che aveva proposto un’imposta del 25% sull’energia venduta agli Stati Uniti, è stata ritirata, sottolineando la necessità di evitare escalation in un contesto commerciale già teso.

Queste incertezze hanno provocato significativi cali nei mercati azionari statunitensi e in altre economie sviluppate, un chiaro indicativo delle reazioni negative generate dall’instabilità delle politiche commerciali di Trump. La situazione rimane fluida e le notizie sui dazi continuano a influenzare gli investimenti e la fiducia economica, alimentando un clima di apprensione tra gli operatori del mercato.

Negli ultimi giorni, le incertezze legate ai dazi hanno contribuito a movimentare i mercati finanziari, facendo emergere la necessità di una gestione più stabile delle relazioni commerciali a livello globale. La risposta alle misure statunitensi da parte dell’Unione Europea potrebbe essere il primo passo verso un lungo e complicato dialogo tra le due sponde dell’Atlantico, a fronte di una realtà commerciale in evoluzione.

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