L’11 marzo 2025, la Commissione Europea ha reagito alle recenti misure tariffarie imposte dagli Stati Uniti sugli import di alluminio e acciaio, iniziando una nuova fase di tensione commerciale tra le due potenze. I dazi del 25% sugli import americani hanno spinto Bruxelles a prendere contromisure significative che riguardano un ampio ventaglio di prodotti statunitensi, per un valore complessivo di 26 miliardi di dollari. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha espresso il dispiacere di Bruxelles riguardo a queste misure, definite “ingiustificate”.
Dazi ue: una risposta necessaria
A partire dal primo aprile 2025, l’Unione Europea applicherà dazi doganali che si vogliono “forti ma proporzionati”. Questa manovra si tradurrà in tariffe su una gamma di prodotti provenienti dagli Stati Uniti, coprendo settori che vanno dalle bevande alcoliche agli utensili da cucina. La Commissione ha così esplicitato l’intento di proteggere le proprie industrie e i lavoratori dell’area dai danni economici provocati dalle tariffe statunitensi, che hanno un impatto diretto su un valore di circa 26 miliardi di euro di esportazioni europee.
La notizia infonde preoccupazione tra le aziende europee, che rischiano di subire effetti collaterali. Come riportato, la portata delle misure americane è “quattro volte superiore” a quella dei precedenti dazi, imposti durante il primo mandato di Trump. Ad oggi, le tariffe statunitensi comporteranno costi aggiuntivi per gli importatori americani, che potrebbero ammontare fino a 6 miliardi di euro in base ai flussi di importazione attuali.
Questi numeri evidenziano la determinazione dell’Unione Europea di reagire con fermezza a politiche commerciali percepite come dannose. L’approccio di Bruxelles è stato progettato per riflettere l’esigenza di una risposta equilibrata, mantenendo la propria competitività sul mercato globale.
Strategia in due fasi della commissione europea
La reazione dell’Unione Europea è stata pensata in due fasi distinte, a cominciare dalla rimozione della sospensione delle contromisure precedentemente introdotte nel 2018 e nel 2020 durante le prime tensioni commerciali con gli Stati Uniti. La prima fase prevede l’applicazione di dazi a una varietà di articoli tra i quali figurano barche, bourbon e motociclette. Questa scelta è indirizzata a compensare il danno provocato da 8 miliardi di euro di esportazioni UE colpite dai dazi americani.
La seconda fase si concentrerà su un pacchetto di contromisure dirette a oltre 18 miliardi di euro di esportazioni UE, da attuarsi entro metà aprile 2025. Tra i prodotti nel mirino ci sono articoli in acciaio e alluminio, tessuti, elettronica di consumo, oltre a una selezione di prodotti agricoli come carne bovina, pollame, frutta a guscio e latticini. Questa strategia è stata elaborata tenendo conto delle preoccupazioni degli Stati membri, con l’obiettivo di garantire una risposta coordinata e solida.
Impatti sulle relazioni commerciali
Questa escalation dei dazi rappresenta una nuova sfida per le relazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea. I dazi precedenti avevano già innescato una serie di contraccolpi, e ora la risposta della Commissione Europea potrebbe amplificare le tensioni già esistenti. Le industrie dipendenti dalle esportazioni verso gli Stati Uniti si trovano in una posizione delicata.
Con i nuovi dazi, l’Unione Europea non solo ribadisce il proprio impegno a proteggere il mercato interno, ma sottolinea anche l’importanza di affrontare in modo efficace le politiche commerciali ritenute sleali. I produttori europei, in particolare quelli di acciaio e alluminio, osservano con attenzione l’evoluzione della situazione e le eventuali ripercussioni sul settore.
Rimanere vigili sarà cruciale per affrontare questi sviluppi. Sia le istituzioni europee che i governi nazionali dovranno collaborare per alleviare le ricadute sulle imprese e lavoratori colpiti da questa nuova ondata di dazi commerciali. La risposta della Commissione segna quindi una tappa significativa nel lungo e complesso dialogo tra le due sponde dell’Atlantico, richiedendo una valutazione continua della situazione a fronte delle necessità economiche e commerciali emergenti.