L’annuncio dei dazi doganali da parte dell’ex presidente Donald Trump ha sollevato molte preoccupazioni tra i consumatori e gli esperti del settore automobilistico. Le stime indicano che i prezzi delle auto negli Stati Uniti potrebbero aumentare di 4.000 a 10.000 dollari a seconda dei modelli, contribuendo così a un’ulteriore stagnazione di un mercato già in difficoltà. Dario Duse, un’autorità nel settore automotive e managing director di AlixPartners, ha condiviso le sue osservazioni su queste recenti decisioni.
Le conseguenze immediate sui prezzi delle automobili
L’implementazione dei dazi ha già prodotto una reazione immediata nel mercato automobilistico statunitense. Le previsioni suggeriscono un aumento sensibile dei prezzi delle automobili locali, il che rappresenta un ostacolo significativo per i consumatori. Duse ha evidenziato come questi incrementi di costo si traducano in una maggiore difficoltà di accesso al mercato per molte famiglie. Prendendo in considerazione i dati storici, il prezzo medio di un’auto è passato da 32.000 a 48.000 dollari negli ultimi anni. Qualora questo trend continuasse, con un ulteriore incremento di 10.000 dollari, si rischierebbe di respingere potenziali acquirenti e bloccare ulteriormente un mercato già saturo.
Con i costi in crescita, i costruttori americani si trovano in una posizione delicata: da un lato, devono proteggere il proprio margine di profitto, dall’altro devono mantenere i prezzi accessibili per non rimanere indietro rispetto alla concorrenza mondiale. L’inevitabile conseguenza è che il mercato potrebbe subire una diminuzione della domanda, aggravando la situazione economica del settore.
La reazione dei costruttori americani
Le reazioni da parte dei produttori statunitensi non si sono fatte attendere. Marchi storici come Ford hanno già espresso preoccupazioni in merito all’impatto che i dazi potrebbero avere su una delle industrie più vitali del paese. L’azienda ha avvertito che l’introduzione di tariffe sul settore automobilistico potrebbe mettere in difficoltà non solo le aziende stesse, ma anche i consumatori. La preoccupazione si concentra sull’effetto dissuasivo che questi costi possono avere sulla domanda, portando a una contrazione del mercato, in un contesto già precario.
Il settore automotive americano, infatti, vive una fase di stagnazione; e l’irruzione dei dazi potrebbe accentuare le difficoltà sorte durante la pandemia e le crisi recenti. I costruttori temono che queste misure, a lungo andare, non portino al rilancio auspicato, ma piuttosto a un congelamento della domanda, aumentando il rischio di invenduto.
L’interconnessione tra usa, canada e messico
La dinamica commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico è estremamente intricata. Ogni cambiamento in una delle tre nazioni ha ricadute dirette sulle altre. Si stima che le esportazioni canadesi verso gli Stati Uniti nel 2024 abbiano raggiunto un valore di 38 miliardi di dollari nelle automobili e 19 miliardi nella componentistica. Il Messico, d’altro canto, è il principale fornitore di veicoli per gli Stati Uniti, con 96 miliardi di dollari di importazioni per il mercato statunitense.
Se dazi simili venissero imposti anche sui prodotti messicani, l’intero ecosistema produttivo potrebbe risentirne drasticamente. Le catene di approvvigionamento che attualmente operano in modo sinergico alle frontiere sono a rischio di disgregazione. Duse ha sottolineato come, nonostante la volontà di riportare la produzione negli USA, modificare un sistema industriale consolidato rappresenta una sfida significativa, con possibili conseguenze negative a lungo termine. Un eventuale spostamento della produzione negli Stati Uniti non garantirà necessariamente il ritorno della fornitura, portando a una complessità ancora maggiore nel soddisfare le richieste di un mercato in evoluzione.
Riflessione sulle capacità di produzione statunitense
La strategia di Trump di riportare la produzione automobilistica negli Stati Uniti solleva questioni importanti e complesse. Agire sui dazi può sembrare una soluzione politica immediata, ma ci sono molteplici livelli da considerare quando si parla di ripristinare un sistema produttivo efficiente. Mentre alcuni produttori potrebbero ri-desiderare assemblaggi negli Stati Uniti a causa dei dazi, la rete di forniture globali è costruita su relazioni che richiedono tempo e investimenti per riscrivere.
Le tensioni commerciali attuali, unite a una situazione di mercato sfavorevole, mettono a rischio la ripresa economica di un settore cruciale. Con un mercato automobilistico che già fatica a crescere a causa dell’alto costo delle auto, l’eventualità di aumenti significativi di prezzo rappresenta una preoccupazione concreta. Senza un intervento strategico e ponderato, gli effetti di queste politiche rischiano di gravare sugli acquirenti e sull’industria nel suo complesso.