La recente sentenza della Cassazione ha confermato la condanna per il trapper Baby Gang, noto per la sua popolarità sui social e le sue hit musicali, coinvolto in gravi fatti di cronaca. La pena di 2 anni, 9 mesi e 10 giorni era stata stabilita a seguito di una sparatoria avvenuta a Milano nel luglio 2022. L’episodio ha suscitato molto scalpore, non solo per la violenza, ma anche per i suoi legami con il mondo della musica trap.
L’incidente di via Tocqueville e le conseguenze legali
La notte tra il 2 e 3 luglio 2022, Milano è stata teatro di una sparatoria che ha lasciato due cittadini senegalesi feriti. L’evento si è svolto in via di Tocqueville, una delle strade più vivaci della movida milanese. La sparatoria coinvolgeva membri di un noto gruppo di trap e le indagini sono state rapidamente avviate da polizia e carabinieri. I risultati delle indagini hanno portato a otto imputati, tra cui Baby Gang, il cui vero nome è Zaccaria Mouhib, e il suo amico Simba La Rue.
Il procedimento legale si è dipanato anche attraverso i ricorsi in appello e le rispettive sentenze. Una sentenza chiave è stata quella del 9 luglio 2024, quando la Corte d’Appello di Milano ha ridotto la condanna iniziale di Baby Gang a 2 anni, 9 mesi e 10 giorni. Nonostante le pene più lievi, le accuse di rissa, lesioni e detenzione di arma clandestina sono rimaste, e la giustizia ha confermato che l’aumento della criminalità giovanile legata a questi artisti è un problema attuale.
Le reazioni e la dinamica del processo
Durante il processo, il pubblico ministero Francesca Crupi ha enfatizzato il contesto di sopraffazione che ha guidato il comportamento del gruppo. Le indagini hanno rivelato che non si è trattato di un furto per mancanza di denaro, visto il successo commerciale dei trapper coinvolti. La difesa di Baby Gang ha contestato questa interpretazione, affermando che la presenza di un’arma era dovuta alla faida in corso con un altro gruppo e non a intenti criminali premeditati.
Il caso ha messo in luce il crescente fenomeno della violenza tra giovani artisti di trap, spesso in competizione fra loro non solo artisticamente, ma anche territorialmente. La dinamica della tragedia di via Tocqueville è stata oggetto di molteplici analisi, portando a considerare il fenomeno sotto vari angoli di vista, inclusa la necessità di interventi educativi nelle scuole.
Le conseguenze personali e future per Baby Gang
Dopo la condanna, Baby Gang ha scontato alcuni mesi in carcere e ha visto revocati gli arresti domiciliari. In virtù della condanna definitiva, gli è permesso di richiedere l’affidamento ai servizi sociali, un’opzione che potrebbe consentirgli di riprendere in mano la sua vita e la carriera. Con già un processo per rapina risolto con un’assoluzione e un’imminente condanna per un’altra accusa, la sua situazione legale resta complessa.
Negli ultimi mesi, il trapper ha partecipato a eventi nelle scuole, cercando di condividere la sua esperienza e sottolineare la necessità di cambiare rotta. Questo passo verso una maggiore responsabilizzazione suggerisce un tentativo di utilizzare la sua notorietà per il bene, un approccio che risuona con molti giovani in decadenza, ma che solleva anche interrogativi su quanto possano influire le sue esperienze precedenti sulla sua immagine e carriera futura.
Simba La Rue e il contesto più ampio della violenza giovanile
Parallelamente alla condanna di Baby Gang, la figura di Simba La Rue continua a suscitare preoccupazione. Il 22enne, oltre ad affrontare la pena per lesioni e rapina in un caso separato, rischia ora di dover scontare una condanna cumulativa in carcere. La situazione di Simba evidenzia un problema più ampio di violenza all’interno della cultura giovanile, collegata a rivalità tra gruppi e una crescita della criminalità legata al mondo della musica trap.
La sopravvivenza di dinamiche di rivalità e violenza tra artisti di questo genere musicale ha comportato l’attenzione delle forze dell’ordine, che sono sempre più coinvolte nel tentativo di arginare questi episodi. Tali situazioni pongono interrogativi significativi su come sia possibile un reale rinnovamento e una ridefinizione della cultura giovanile attuale, quando la musica diventa in qualche modo un prezioso veicolo di messaggi alternativi.
Dunque, la sentenza per Baby Gang si inserisce non solo nella cronaca giudiziaria, ma anche in un dibattito più ampio sulla musica, la gioventù e la violenza nelle città contemporanee.