Per affrontare efficacemente il divario tra l’aspettativa di vita e gli anni vissuti in buona salute, è cruciale promuovere un accesso maggiore a programmi di educazione nutrizionale e opportunità per mantenersi attivi. Nel contesto dell’incontro ‘Self-care, Active aging e nuovi modelli per la qualità della vita‘, si è discusso su come un approccio al miglioramento della salute individuale possa svolgere un ruolo decisivo nel garantire un invecchiamento sano. L’evento, organizzato a Roma in collaborazione con CEOforLife e Haleon, ha messo in luce l’importanza di un cambiamento culturale nella percezione del benessere.
L’appello alla promozione del self-care
Davide Fanelli, General Manager Southern Europe di Haleon, ha sottolineato come sia essenziale costruire una cultura del self-care, in grado di abbattere le barriere di accesso a stili di vita sani. L’adozione di pratiche salutari deve diventare un pilastro su cui fondare il benessere individuale, attraverso la prevenzione, e non solo la cura. La crescente consapevolezza della salute personale rappresenta una grande opportunità da sfruttare, sebbene permanga un significativo potenziale ancora inespresso tra la popolazione.
L’evento ha visto la partecipazione di esperti e professionisti del settore, che hanno condiviso informazioni sui cambiamenti nelle abitudini di consumo legate al self-care. La visione comune è che il miglioramento della qualità della vita passi attraverso la corretta informazione e l’educazione, affinché le persone possano prendersi carico delle proprie scelte alimentari e abitudini di salute.
Crescita dei consumi mirati agli over 50
Elena Folpini, Managing Director di New Line ricerche di mercato, ha presentato dati che evidenziano un incremento della propensione al self-care dal 2012 ad oggi. Non solo sono aumentate le spese legate a prodotti per la salute, ma si è registrata anche una crescita nei consumi specificamente orientati al target over 50. Queste cifre mostrano l’attenzione che questo gruppo demografico ha nei confronti della salute e della prevenzione, muovendosi verso la farmacia con l’intento di mantenere uno stile di vita attivo.
Particolarmente evidenti sono i trend legati a bisogni specifici come la mobilità e il dolore, aspetti cruciali per una vita sana e dinamica. Inoltre, gli over 50, consapevoli della loro situazione fisica, sono disposti a investire in prodotti che favoriscono il benessere e mostrano frequenza di visita alle farmacie, dimostrando un chiaro impegno per la salute personale.
La relazione tra self-care e invecchiamento attivo
Fanelli ha osservato che self-care e active aging sono indissolubilmente connessi. Maggiore è la capacità delle persone di prendersi cura di sé stesse, maggiore è la possibilità di mantenere un livello di attività e indipendenza anche con l’avanzare dell’età. I dati demografici in Italia mostrano un invecchiamento rapido della popolazione: gli over 55, che oggi costituiscono quasi il 40% degli italiani, raggiungeranno il 47,7% entro il 2080. Questa crescita avrà implicazioni significative per il sistema sanitario e il welfare nazionale.
Il focus del discorso si è spostato dalla mera longevità alla qualità dell’invecchiamento. L’aspettativa di vita media in Italia è di 83 anni, ma solo 71,9 anni sono vissuti in buona salute. Ciò significa che un decennio è speso con limitazioni fisiche e malattie croniche, influenzando la qualità della vita delle persone e la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale.
Opportunità in un contesto in evoluzione
La promozione di uno stile di vita attivo offre la chiave per ridurre il rischio di malattie croniche come diabete e patologie cardiovascolari. Ma i numeri attuali destano preoccupazione: il 35% degli over 55 è sedentario e solo il 10% segue un regime alimentare realmente sano. Tuttavia, ci sono segnali incoraggianti, come l’aumento nell’uso di integratori alimentari, indice di una maggiore consapevolezza del valore del self-care.
Fanelli ha sottolineato l’importanza delle farmacie nel promuovere questa cultura del benessere, rendendole centri di riferimento per la prevenzione e l’educazione alla salute. Inoltre, la digitalizzazione offre strumenti innovativi per gestire le proprie cure, ma è fondamentale che tali strumenti siano accessibili a tutti.
Infine, c’è un forte bisogno di rivedere le priorità nel settore della salute. Solo il 2% della spesa sanitaria è destinato alla prevenzione, con il 98% concentrato sulle cure. È necessario un maggiore impegno e formazione per integrare la prevenzione e il self-care nei percorsi formativi del personale sanitario, ponendo una visione di lungo periodo al centro delle politiche di salute pubblica.