Il caso di Liliana Resinovich continua a tenere banco a Trieste, grazie alle recenti analisi che confermano la tragica verità: la donna è stata molto probabilmente uccisa il giorno della sua scomparsa. La scoperta del suo corpo, avvenuta nel parco di San Giovanni circa venti giorni dopo, ha sollevato una serie di domande e ora, con le nuove evidenze, si prospettano ulteriori sviluppi nell’inchiesta.
La dinamica della morte di Liliana Resinovich
Nuove analisi condotte dall’anatomopatologa forense, Cristina Cattaneo, hanno rivelato che il corpo di Liliana non ha mostrato segni riconducibili al congelamento, suggerendo che la sua morte sia avvenuta in modo diverso. Si ipotizza che l’asfissia meccanica sia stata la causa fatale, presente mentre il corpo presentava segni di ferite suggerendo aggressione. Tali informazioni sono arrivate attraverso una perizia complessa e dettagliata, composta da oltre 200 pagine, che i legali e consulenti della famiglia hanno già iniziato a esaminare.
Le indagini hanno messo in luce che il cadavere sarebbe rimasto nel bosco dal 14 dicembre 2021 fino al 5 gennaio 2022, e il fatto che il corpo non sia stato spostato da quel luogo porta a congetture inquietanti sui tempi e le modalità della morte. Le evidenze raccolte sugli indumenti e sul corpo di Liliana, inclusa la presenza di peli riconducibili a terzi, potrebbero rivelarsi fondamentali per le indagini in corso.
Nuovi sviluppi nelle indagini
Le nuove informazioni contenute nelle analisi hanno già indirizzato il lavoro della procura, ora sotto la guida della pm Ilaria Iozzi, che ha avviato ulteriori indagini. La perizia della dottoressa Cattaneo sembra fornire spunti chiave sul possesso e sull’uso delle prove raccolte. È attesa, infatti, la registrazione di nuovi nomi sul registro degli indagati, in seguito all’esame dei campioni biologici. La rinvenuta quantità di peli sul corpo di Liliana potrebbe segnalare la presenza di individui estranei sulla scena, potenzialmente coinvolti nel delitto.
In aggiunta, il medico legale Raffaele Barisani, consulente del marito Sebastiano Visintin, ha espresso sorpresa per la permanenza del corpo nel luogo del ritrovamento e per la configurazione dei segni di omicidio come causa della morte. Ma il lungo lavoro di analisi e ricerca porterà ulteriori chiarimenti nelle prossime settimane.
Reazioni e sentimenti della famiglia
Le reazioni ai nuovi sviluppi sono state di sollievo e determinazione dal lato della famiglia di Liliana. Federica Obizzi, avvocato della nipote di Liliana, ha dichiarato che ora ci sia la possibilità concreta di identificare l’autore del crimine. Anche Sergio Resinovich, fratello della vittima, ha condiviso la sua emozione, confermando i sospetti lineage da tempo.
Le frasi che emergono dallo sconcerto e dalla speranza della famiglia mostrano il desiderio di ottenere giustizia. Sebastiano Visintin, inoltre, si è detto disponibile ad ascoltare ogni testimonianza utile alla chiarificazione dell’accaduto, lasciando intendere che il percorso per la verità è stato lungo e doloroso.
Mentre le indagini continuano e il mistero attorno alla morte di Liliana Resinovich si infittisce, il caso rimane sotto stretta osservazione da parte del pubblico e delle autorità, che sperano di fare luce su questa tragica e complessa vicenda.