La questione dello spionaggio informatico ha sollevato un’ondata di preoccupazione in Europa, soprattutto dopo il caso Paragon, che ha coinvolto il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato. Prossimamente, Cancellato sarà ascoltato dalla commissione Scudo per la democrazia del Parlamento europeo, un’occasione cruciale per affrontare i temi spinose legati alla libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti. Il parlamentare europeo Danilo Della Valle del Movimento 5 Stelle ha dichiarato che l’indagine su chi abbia spiato Cancellato deve avanzare senza indugi, sottolineando l’importanza di mantenere alta la guardia su tali violazioni dei diritti democratici.
L’audizione al Parlamento europeo
La commissione specializzata del Parlamento europeo, dedicata alla difesa della democrazia tramite lo Scudo europeo, ha convocato Francesco Cancellato per discutere sulla sicurezza dei giornalisti in un contesto sempre più allarmante. L’eurodeputato Della Valle ha chiarito l’intento dell’audizione, affermando senza mezzi termini che “la ricerca della verità contro lo spionaggio è una priorità”. Il caso di Cancellato non è un evento isolato. Task internazionali mirati a monitorare e intimidire attivisti e reporter sono emersi, ponendo interrogativi sulla protezione della libertà di espressione in Europa.
Cancellato non è solo. Insieme a lui, molte altre persone, inclusi attivisti legati a Mediterranea Saving Humans, hanno subito interventi invasivi di sorveglianza tramite il software Graphite, sviluppato da Paragon, un’azienda di sicurezza con sede in Israele. Il software utilizzato è esclusivamente destinato a governi e organi statali, rendendo chiaro che la responsabilità per queste azioni ricade su soggetti pubblici. Questa situazione preoccupa non solo per la violazione della privacy, ma anche per l’impatto sulla libertà di informazione.
L’ombra dei servizi segreti
Recentemente, è emerso che due entità italiane, tra cui i servizi segreti e una forza di polizia, hanno contratti attivi per l’uso del software Graphite. La reazione del governo Meloni è stata di negare le accuse di spionaggio su giornalisti e attivisti, mentre la richiesta di trasparenza su quale corpo della polizia utilizzi il software è rimasta inevasa. Le contraddizioni si sono moltiplicate quando il governo ha inizialmente posto il segreto di Stato sulle operazioni della polizia penitenziaria, per poi smentirlo ufficialmente attraverso il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il quale ha negato qualsiasi attività di intercettazione.
Gli eventi hanno rivelato un quadro confuso e contraddittorio, lasciando la popolazione e le istituzioni in uno stato di incertezza. La mancanza di chiarezza da parte delle autorità ha alimentato il sospetto e ha complicato ulteriormente le indagini in corso da parte delle Procure e del Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza. Questo scenario di opacità alimenta i dubbi sul rispetto dei diritti civili e sulla protezione dei giornalisti.
Implicazioni sulla democrazia e la libertà di stampa
La questione dello spionaggio di Cancellato e di altri è rappresentativa di un problema ben più vasto: la sicurezza dei giornalisti e il rispetto dei diritti umani in una democrazia moderna. Le parole di Della Valle risuonano con forza, richiamando l’attenzione sulla necessità di opporsi a queste violazioni. La sorveglianza dei media e degli attivisti non è solo una violazione della privacy individuale, ma rappresenta un attacco diretto alla libertà di stampa e alla democrazia stessa.
Il caso Paragon evidenzia le fragilità della democrazia europea in un’epoca in cui la disinformazione è in aumento e dove i diritti fondamentali sono messi in discussione. L’indagine sull’uso di Graphite e, più in generale, sugli strumenti di sorveglianza deve essere portata avanti con determinazione, per garantire che le voci critiche non siano silenziate. L’audizione al Parlamento offre l’opportunità di affrontare queste tematiche, chiedendo responsabilità e trasparenza.
La data per l’audizione di Francesco Cancellato non è stata ancora fissata, ma nelle prossime settimane ci si aspetta una programmazione dettagliata dei lavori della commissione. Il governo, al momento, resta fermo nel silenzio su domande cruciali che rimangono senza risposta. Le questioni centrali, come chi abbia orchestrato lo spionaggio e i motivi dietro queste azioni, restano ancora avvolte nell’oscurità.