Alla Santa Sede, il 3 marzo, si è svolta una significativa cerimonia per commemorare Kazimierz Papée, l’ultimo ambasciatore della Polonia libera. Questo evento ha visto la scopertura di una targa dedicata al suo operato nel corso dei tumultuosi anni del secondo conflitto mondiale e nei decenni successivi. Papée, che ha ricoperto la carica di ambasciatore dal 1939 al 1958 e continuato in un ruolo informale fino al 1976, è stato descritto come un esempio di coraggio e tenacia. L’incontro ha richiamato l’attenzione su un periodo difficile della storia e sull’importanza della diplomazia in tempi di crisi.
La cerimonia commemorativa a Palazzo Frascara
La scopertura della targa commemorativa è avvenuta presso Palazzo Frascara, dove tra il 1931 e il 1940 era situata la rappresentanza polacca presso il Vaticano. La cerimonia ha visto la partecipazione di personalità di spicco, inclusi membri della gerarchia ecclesiastica e rappresentanti del governo polacco. L’arcivescovo Paul Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, ha avuto un ruolo centrale, sottolineando l’importanza del diplomatico polacco in un’epoca segnata dalle atrocità e dalle ingiustizie.
Monsignor Gallagher ha voluto mettere in risalto il “talento diplomatico” di Papée nelle sue precedenti missioni a Berlino, Danzica, Ankara e Praga. La sua missione più significativa, secondo il prelato, è stata quella vissuta presso la Santa Sede, dove ha dovuto affrontare le “grandi sofferenze” causate dagli “ambiziosi regimi totalitari del XX secolo”. La figura di Kazimierz Papée non è solo un simbolo del passato, ma anche un faro di speranza e resilienza per le nuove generazioni che si trovano ad affrontare sfide simili.
Il diplomatico come simbolo di giustizia e umanità
Monsignor Gallagher ha descritto il lavoro di Kazimierz Papée come un “atto eroico di resistenza” guidato dai principi di giustizia, verità e umanità. La sua azione si è distinta non solo per la difesa della Polonia, ma anche per il salvataggio di ebrei perseguitati durante la Shoah. Documenti recenti resi pubblici dimostrano il suo impegno nel denunciare le atrocità del regime nazista, trovando comprensione e sostegno in Papa Pio XII e nei funzionari della Segreteria di Stato vaticana.
La commemorazione della targa non si limita a un atto simbolico, ma rappresenta un richiamo alla memoria storica e al dovere di continuare la lotta per la giustizia e la pace. Monsignor Gallagher ha auspicato che la figura di Papée possa servire da ispirazione per affrontare le sfide contemporanee e per lavorare nella direzione di una pace duratura tra i popoli.
Un legame rafforzato tra Polonia e Santa Sede
La cerimonia di ieri, promossa dall’Ambasciata Polacca presso la Santa Sede, ha avuto un significato particolare anche per le relazioni tra la Polonia e il Vaticano. Palazzo Frascara attualmente è parte della Pontificia Università Gregoriana, un ateneo che ha una lunga tradizione e rappresenta un importante centro di formazione religiosa e culturale. Il rettore, il gesuita Mark Lewis, ha evidenziato l’importanza di mantenere vivo il ricordo di Papée e delle sue azioni significative in un contesto storico complesso.
L’ambasciatore Adam Kwiatkowski ha considerato la cerimonia come un ulteriore rafforzamento dei legami esistenti tra l’Ambasciata polacca e l’Università Gregoriana. La sede diplomatica polacca è ora ubicata a Palazzo Delfini, un luogo storico che addirittura ha visto la presenza di figure come Ignazio di Loyola, creando un legame forte e simbolico tra il passato e il presente.
Messaggi di speranza e ispirazione
Un messaggio speciale è giunto anche dal cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, il quale ha espresso l’auspicio che la commemorazione di Papée possa stimolare una maggiore conoscenza della sua figura. La speranza è che la sua testimonianza di integrità possa diventare fonte di ispirazione per affrontare le prove del nostro tempo e per cercare soluzioni che garantiscano libertà e pace.
Alla cerimonia erano presenti anche altri dignitari, come l’arcivescovo Salvatore Pennacchio, rappresentante storico della Chiesa in Polonia, e Mary Isabel Papée, nipote del diplomatico, la quale ha donato alcuni oggetti preziosi appartenenti al nonno all’Ambasciata. Un gesto che simboleggia non solo il ricordo di un grande uomo, ma anche la continuità del suo impegno per la giustizia e la dignità umana.